Filippo Turetta, i genitori: «Gli è scoppiata qualche vena in testa, non siamo una famiglia patriarcale»

Nicola Turetta ed Elisabetta Martini: "Devastati ma resta nostro figlio, dormiva con l'orsacchiotto pensando a Giulia: dovevamo preoccuparci?"

Filippo Turetta, i genitori: «Gli è scoppiata qualche vena in testa, non c'entrano possesso e maschilismo»
Filippo Turetta, i genitori: «Gli è scoppiata qualche vena in testa, non c'entrano possesso e maschilismo»
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Mercoledì 22 Novembre 2023, 07:38 - Ultimo aggiornamento: 14:33

Filippo Turetta e quel figlio "irriconoscibile". «Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare...forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Secondo noi, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c'è davvero una spiegazione». In un'intervista al Corriere della Sera i genitori dell'assassino di Giulia Cecchettin, papà Nicola e mamma Elisabetta, arrestato in carcere in Germania con l'accusa di avere ucciso l'ex fidanzata, non si danno pace.

Filippo Turetta, parlano i genitori

 

«Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui.

Non è assolutamente niente di tutto questo, non siamo una famiglia patriarcale. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato», aggiunge il papà, l'unico tra i due che riesce davvero a parlare. E poi spiegano: «Nostro figlio dormiva con l'orsacchiotto pensando a Giulia, dovevamo preoccuparci?».

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«Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Pensiamo in continuazione a lei. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato» aggiunge il padre del 22enne. Quando è stato fermato «secondo noi era in stato confusionale. Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano». In attesa dell'udienza per decidere sulla consegna.

 

 «Non ci hanno fatto ancora parlare con lui. Ci hanno detto che è molto provato. Se non lo riporteranno in Italia nei prossimi giorni, ci organizzeremo per andare noi in Germania. Resta nostro figlio. Cosa dobbiamo fare? Pagherà per quello che ha fatto. Noi siamo pur sempre i suoi genitori». Ad aspettarli a casa c'è un altro figlio. «Non è facile, soffre molto. Ieri sera era a tavola e ha sentito al telegiornale che il killer era stato fermato in Germania. È dura sentir parlare così di un fratello. Filippo in casa non è mai stato un ragazzo violento. Siamo tutti sgomenti», conclude Nicola Turetta.

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