Il ministro Centinaio: «Basta con i ritardi sulla xylella. Non credo ai negazionisti, è ora di agire»

Il ministro Centinaio: «Basta con i ritardi sulla xylella. Non credo ai negazionisti, è ora di agire»
di Maria Claudia MINERVA
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Giovedì 19 Luglio 2018, 12:17 - Ultimo aggiornamento: 12:34
Ministro Gian Marco Centinaio, titolare del dicastero delle Politiche agricole, oggi è in Puglia perché, come ha ripetuto più volte, vuole rendersi conto di persona dei danni provocati dalla batteriosi.
«Sì, farò una serie di sopralluoghi nei posti dove la xylella ha colpito maggiormente e poi successivamente, sempre nella stessa giornata, ci saranno degli incontri tecnici e con la parte più istituzionale della Regione Puglia».
L’Italia è in infrazione Ue. Ci rimproverano di non aver applicato correttamente le misure previste per fermare il contagio. Secondo lei, cosa non ha funzionato?
«Cosa non ha funzionato? Secondo me non c’è stato un controllo all’inizio, quando la xylella è arrivata in Italia. Da quello che ho capito in un porto europeo è arrivata una pianta infetta che ha trovato in Puglia l’ambiente ideale per riprodursi. Oltre a questo, sicuramente non ha funzionato il fatto che a suo tempo la xylella sia stata sottovalutata da parte di tutti, soprattutto dalla classe politica di allora che ha lasciato più al caso o all’interpretazione di alcuni che comunque hanno sottovalutato la problematica. E ora ci troviamo in questa situazione».
Nei giorni scorsi ha incontrato il commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis. Avete parlato di xylella?
«Si, ho incontrato il commissario Ue e insieme abbiamo condiviso la necessità da parte del nostro Paese di fare tutto quello che si può per bloccare l’avanzata della xylella ed è quello che ho intenzione di fare. Venire in Puglia, rendermi conto direttamente sul posto della situazione, capire insieme alle organizzazioni agricole e politiche quelle che sono le necessità che la Puglia ha bisogno in questo momento e lavorare con i tecnici del ministero e i colleghi del governo per trovare una soluzione il più velocemente possibile. Voglio arrivare all’autunno con una proposta da presentare alla politica, alle istituzioni, alla Puglia e agli agricoltori pugliesi».
Ministro, qualcuno l’avrà certamente informata su quanto sia stato difficile applicare le misure richieste dall’Ue, per via delle forti contrapposizioni nei territori, che hanno prodotto un profluvio di ricorsi al Tar contro i tagli. Per questo il presidente Emiliano ha chiesto, prima al ministro Martina e poi a lei, un decreto urgente per superare i vincoli sovra regionali che impediscono di entrare nelle campagne e abbattere le piante infette. Emanerà questa misura per sveltire le procedure?
«Stiamo valutando la richiesta del presidente Emiliano, ma anche il decreto del ministro Martina per capire se e come bisogna intervenire. Io non credo ai negazionisti, perché se devo star qui a pensare che la xylella sia una fake news, allora devo credere anche che Gesù è morto di freddo, oppure che Elvis Presley e Marilyn Monroe sono ancora vivi, o che Jim Morrison non è morto a Parigi. E di conseguenza a queste cose non credo, credo alla Scienza, credo soprattutto a quello che vedo e credo al fatto che se non interrompiamo l’avanzata della xylella ci ritroveremo che i vivaisti italiani avranno seri problemi ad esportare le piante italiane e ci troveremo che tra meno di un anno avremo gli agricoltori della zona di Bari che non avranno più gli ulivi per poter produrre l’olio della Puglia. Io sono convinto che bisogna lavorare per tutelare gli ulivi, gli agricoltori, per tutelare il nostro Paese, sono intenzionato a utilizzare tutti gli strumenti che la politica e che i tecnici mi metteranno a disposizione per fermare l’avanzata della xylella. Anche a costo di diventare antipatico a mezza Italia andrò avanti su questa strada. Sono diventato ministro per risolvere problemi e cogliere opportunità non per essere simpatico. Quindi o li risolvo o andrò a chiedere gli eventuali danni ai negazionisti. Anzi, le multe che ci comminerà l’Europa le farò pagare proprio a chi si ostina a dire che la xylella non esiste».
Aiutare l’agricoltura pugliese significa anche rastrellare nuove risorse. Finora solo briciole considerato l’ammontare del danno. Lo Stato ha stanziato 11 milioni per la calamità, invece dei fondi del commissario un milione è andato all’Arif per il monitoraggio, cinque milioni sono tornati nelle casse della Protezione civile. Ritiene che si possano recuperare altre risorse?
«Penso di sì, il commissario Andriukaitis ha detto che l’Europa è disponibile a intervenire per aiutare gli olivicoltori. Io come ministro voglio venire incontro agli agricoltori, aiutare chi vuole fare impresa e rilanciare un piano per l’olivicoltura, in modo da tornare ad essere competitivi».
Ministro, condivide il piano di ricostruzione lanciato dagli eurodeputati Fitto e De Castro, già presentato all’Ue, con il quale si pensa di poter raccogliere una cifra pari a cento milioni di euro, finanziata fyfty-fyfty dall’Europa e dall’Italia?
«Indipendentemente da chi propone, sono dell’idea che se si riesce a recuperare una cifra così importante ben venga qualsiasi proposta che serva ad aiutare il Salento».
C’è anche tutto un comparto, quello vivaistico, che sta soffrendo ancora di più di quello olivicolo, perché non può più esportare le piante all’estero. Nella sua proposta di rilancio penserà anche ai vivaisti?
«Certo, bisogna pensare soprattutto a loro e velocemente e anche ridando a chi ci vede da fuori la sensazione che l’Italia sta facendo di tutto per combattere la xylella. Insomma, ridare fiducia ai mercati. Se si interviene in modo giusto potremo andare a testa alta sui mercati come una volta. Per questo l’obiettivo principale è circoscrivere la xylella».
Ha detto di avere in mente già un piano che formalizzerà in autunno. Come immagina di orientare la ricostruzione economica e paesaggistica dei terreni colpiti dalla xylella? Il reimpianto può essere una soluzione?
«Ci sono degli ulivi ritenuti resistenti, come il leccino e la favolosa, bisogna andare a sostituire le piante infette con queste cultivar, per questo daremo una mano a chi vorrà fare impresa puntando sul reimpianto. Non possiamo pensare che si resti con una situazione al limite della desertificazione. Non voglio vedere in Puglia un paesaggio con tronchi abbandonati».
Ministro, dare una mano significa essere pronti a stanziare altri fondi?
«Sì, daremo una mano a livello economico, aiuteremo gli agricoltori che vivono questo dramma. L’Ue deve aiutarci a ripartire, perché non possiamo obbligare a tagliare le piante e poi non sostenere chi lo fa».
In Puglia c’è anche uno scontro sui pesticidi: l’ultimo decreto Martina obbliga al loro uso contro il vettore della xylella, ma alcuni sindaci e movimenti ambientalisti si oppongono. Il mese scorso sono stati presentati altri ricorsi al Tar. Il decreto potrebbe essere modificato?
«Fermo restando che il decreto si può sempre cambiare perché non è stato scritto sulle tavole del Monte Sinai, confermo la mia contrarietà ai pesticidi. Penso che siano deleteri, ma su questo punto voglio confrontarmi con la scienza e con i colleghi di governo. Dobbiamo capire insieme, ci troviamo di fronte a chi dice che bisogna utilizzarli e chi, a cominciare dalla stessa Europa, dice che sono pericolosi. Sono perplesso, voglio salvare il salvabile ma anche tutelare l’agricoltura».
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