Premessa: non è la Campania delle (sospette) infiltrazioni camorristiche e delle iscrizioni stoppate preventivamente dagli organismi di garanzia. La Puglia è però un catino rovente per il Pd, ancora una volta. Non potrebbe essere altrimenti: fortino dalemiano e feudo di Michele Emiliano, due fili distinti e teoricamente distanti, ma che oggi più che mai sono destinati a intrecciarsi. Tema: il tesseramento dei democratici. Svolgimento: una marmellata di tensioni e sospetti, veti e alleanze sottobanco. Col caso Lecce che irrompe sulla ribalta nazionale: il gruppo dalemiano - storicamente radicato nel Salento, al momento a mezz’asta tra Pd e scissione - detiene leadership, maggioranza e tessere nel partito. E dunque può far pendere decisivamente gli equilibri, con ogni probabilità dalla parte di Emiliano.
I numeri pugliesi, innanzitutto: apparentemente non segnalano anomalie o verticali e repentini picchi d’iscrizioni al partito. Il termine del tesseramento è scaduto martedì: l’asticella dovrebbe fermarsi a quota 33.500, così spiegano dalla segreteria regionale. Un dato sostanzialmente in linea con l’anno precedente, e grosso modo così articolato su base provinciale: 9mila a Bari, 6mila nella Bat, 5.300 a Lecce, 3.350 a Taranto, 2.500 a Brindisi e 4mila nel Foggiano. «Non abbiamo registrato tesseramenti anomali sia nei numeri che nelle forme», assicura il responsabile regionale Ruggiero Mennea. Ieri è stato contattato anche da Lorenzo Guerini, vicesegretario nazionale, che chiedeva delucidazioni e approfondimenti circa alcuni casi rimbalzati sulle cronache regionali: le tensioni nel Foggiano (Candela, San Severo) e nella Bat, le possibili anomalie nel Salento. «Abbiamo fornito - commenta Mennea - tutte le rassicurazioni sul corretto andamento. Non c’è nessun caso eclatante, le segnalazioni sono frutto di contrapposizioni localistiche che fanno parte dell’ordinaria amministrazione. È vergognoso parlare di brogli». Nel bouquet delle contestazioni c’è un po’ tutto: circoli chiusi o aperti per poco tempo, modelli fotocopiati senza l’autorizzazione di un organo di garanzia, elenchi di nomi da tesserare, verifiche sull’origine dei versamenti di tesseramenti online. Nel Salento, la querelle sui dalemiani e sul segretario provinciale Salvatore Piconese origina anche dalla lettera-documento di Alessandra Giammaruto (componente della segreteria regionale): «la distribuzione delle tessere in tutta la provincia» avvenuta «con criteri discrezionali senza controllo», e nei circoli «gestiti da segretari aderenti a “Consenso” (il movimento dalemiano,
Balza all’occhio il picco di tessere nella piccola Bat (6mila): a Bisceglie, per esempio, hanno conquistato l’ingresso nel Pd il sindaco (eletto col centrodestra, ma da tempo vicino a Michele Emiliano) Francesco Spina e il suo gruppo di consiglieri comunali e
Numeri e modalità di tesseramento saranno ora passati in rassegna dagli organi di garanzia. In caso di irregolarità - ha annunciato il presidente nazionale pd, Matteo Orfini - sono previsti annullamenti di tessere ed espulsioni.
Pd, è quota 33mila tessere. Fibrillazioni e sospetti
il caso Lecce è nazionale
di Francesco G.GIOFFREDI
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Giovedì 2 Marzo 2017, 14:10 - Ultimo aggiornamento: 14:11
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