Amadori, stando al medico, avrebbe ingerito una tale quantità e in una tale concentrazione di sostanza corrosiva, non diluita quindi, che potrebbe far pensare ad un gesto volontario. Insomma le indagini, a parte il sabotaggio, non escludono nulla neanche il suicidio. «Il sabotaggio è da escludere» ha detto all'Ansa il comandante provinciale dell'Arma, il colonnello Mario Conio. Come ha confermato il procuratore Giovagnoli si indaga con «l'ipotesi di reato di avvelenamento di alimenti e di morte conseguente ad altro reato». Il ritiro della partita di aranciata e l'intervento del Nas è stato un atto proprio per escludere l'ipotesi di contaminazione delle bevande in vendita.
Quindi nessun allarme sulle aranciate in vendita a Rimini.
Sarà la relazione del medico legale a stabilire definitivamente la cause della morte, si pensa infatti che Amadori possa aver ingerito anche altre sostanze nocive oltre a quella corrosiva. Sul perché le indagini si siano concentrate sull'aranciata è poi presto spiegato dal fatto che lo stesso 54enne nella telefonata ai soccorsi parla, a fatica e con voce già strozzata dal dolore, della bibita come causa del suo malessere. I carabinieri però in casa dell'idraulico hanno sequestrato anche altro materiale e contenitori di liquidi.