Presidente Mazzucca, in questi giorni Decaro ha puntato il dito contro il trasformismo, che tuttavia - venendo meno i riferimenti dei partiti - è ormai assurto a metodo a tutti i livelli della politica. Per restare in tema, anche in Regione sono tanti gli eletti nel centrodestra poi passati alla maggioranza di Emiliano. Cosa ne pensa?
«Le parole di Decaro e quelle di don Angelo Cassano di Libera sono condivisibili, sillaba per sillaba. I partiti, demoliti dagli errori di pochi, avevano delle regole alle quali ci si doveva attenere e le sezioni erano luoghi dove ritrovarsi, mettersi alla prova, costruire coesione sociale. I movimenti civici che li hanno sostituiti non hanno questa struttura e spesso nessuna formazione politica alle spalle. Chi vota, vota una persona dietro la quale ci sono un progetto, dei valori. Se poi le condizioni per realizzare quel progetto non ci sono più, ci si dimette, non si passa da una parte all’altra altrimenti si tradiscono i cittadini che, non a caso, non vanno più a votare. Non è un caso che il sindaco Decaro sia così amato: è sempre in mezzo alla gente. Personalmente, lo considero quasi un fratello più piccolo».
Ora però - al netto delle turbolenze di questi giorni - dovrà cedere il passo. Quale visione pensa dovrà avere il prossimo sindaco? Dovrà proseguire il percorso di Decaro o correggere la rotta?
«Sono stata consigliere comunale e sindaco quando nella città vecchia non si poteva entrare e solo qualche rarissimo turista si affacciava dalle nostre parti. Decaro ha affrontato uno a uno tutti i problemi che c'erano, ha cercato di risolverli e in parte ci è riuscito. Apprezzo moltissimo le iniziative assunte per la valorizzazione e il rilancio del piccolo commercio. È stato recuperato il rapporto con il mare, con serie politiche di contrasto al degrado. Decaro ha portato Bari dov’è ora e come ha detto lui stesso “alcune cose sono state fatte bene, altre si potevano fare meglio, su altre ancora abbiamo sbagliato”».
Quali dovrebbero essere le priorità della prossima Giunta?
«Il Piano urbanistico sicuramente, da redigere coinvolgendo i cittadini e puntando a realizzare più verde e contenere la cementificazione. Ci servono prati, non cemento. Un’altra priorità è per me quella delle periferie, da riempire di palestre per anziani, di biblioteche, di scuole di cucina. Si tratta, insomma, di affinare il lavoro fatto fino a oggi».
C’è poi il nodo trasporti. La municipalizzata Amtab è nella bufera, ma lei da cittadina di Bari cosa pensa dei servizi di trasporto pubblico della città e come li vorrebbe?
«Bari dovrebbe avere meno auto. Abbiamo il Park and ride che funziona benissimo, ma le navette non fanno altrettanto perché sulla loro strada incontrano i baresi che parcheggiano anche in tripla fila. Questo è il problema di Amtab. I mezzi ci sono: andrebbero usati. C’è un’altra questione che mi indigna».
Quale?
«I costi dei voli nazionali sono spaventosi: non se ne trova uno a meno di 300 euro. E vorrei sapere cosa giustifica simili costi. Idem per i traghetti, che fanno cartello e tengono i prezzi alti. Penso che il prossimo sindaco, forte di questa rinata partecipazione della cittadinanza, dovrebbe intraprendere questa battaglia».
© RIPRODUZIONE RISERVATA