Salvini in comizio a Bari: «Vogliamo governare anche il Mezzogiorno»

Salvini in comizio a Bari: «Vogliamo governare anche il Mezzogiorno»
di Vincenzo DAMIANI
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Martedì 19 Febbraio 2019, 20:08 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 21:05

Matteo Salvini con la sua Lega punta al Sud e non lo nasconde dal palco di Bari, dove ieri sera ha lanciato la volata al candidato sindaco Fabio Romito in vista delle primarie del centrodestra di domenica prossima. In tremila lo hanno applaudito, mentre a qualche centinaio di metri di distanza, in piazza Umberto, almeno 300 persone della rete Mai con Salvini davano vita ad un corteo antifascista: «Rifiutiamo la presenza del seminatore di odio Salvini e dei suoi alfieri della legalità sbilenca», l'urlo dei manifestanti. Quando il serpentone umano ha incrociato il punto più vicino al comizio sono partiti i fischi alla volta di Salvini. «Matteo 49, noi terroni con memoria», uno degli striscioni esposti. Ma Salvini fa spallucce, difende l'autonomia differenziata e punta a vincere e conquistare la Puglia e le sue città alle prossime elezioni: «Se cinque-sei anni fa dice dal palco installato davanti al teatro Petruzzelli - ci avessero detto che saremmo stati qui in tremila ci avrebbero presi per pazzi. In tanti mi dicevano: resta in Lombardia, resta in Veneto, cosa vai a fare al Sud. Ed invece io ho sempre pensato che se la Lega è capace di governare bene al Nord lo può fare anche qui». Gli applausi si fanno più forti quando critica il sindaco di Bari, Antonio Decaro: «Scelgono i baresi prosegue - mi sembra ci siano diversi problemi dal commercio alle tariffe urbane, ai trasporti pubblici alle case popolari. Il sindaco di Bari è molto impegnato a bisticciare col ministro dell'Interno e a occuparsi di immigrati, vediamo se i baresi saranno contenti oppure no. Io - dice riferendosi ad un Fabio Romito messo in ombra dal leader di partito - vengo a sostenere un ragazzo giovane, competente, che conosce la città bene, è in consiglio comunale, che non ha padroni e padrini, è nuovo, guarda avanti e non è figlio di vecchie logiche o di vecchi accordi e quindi la Lega e mette a disposizione dei baresi una opportunità. Poi in democrazia scelgono i cittadini». Non solo le città, Salvini guarda anche alle Regioni: «Sono fondamentali spiega - perché la Regione gestisce gli ospedali, le strade, aiuta gli agricoltori, gli studenti, i disoccupati. I cittadini hanno mandato a casa la sinistra in Friuli Venezia Giulia, in Molise, a Trento, a Bolzano, in Abruzzo domenica spero in Sardegna. Poi l'anno prossimo verrà la Regione Puglia, diciamo che dopo anni, anni e anni, di sinistra, se ci fosse voglia di cambiamento e di futuro, sarei contento». E mentre il ministro aizza la folla, Michele Emiliano replica consegnando un premio al 33enne nigeriano Richard Iyere, il ragazzo che ha sventato una rapina ad un supermercato di Gallipoli.
Salvini, da Bari, accarezza tutti i temi più attuali della politica italiana, a cominciare dall'autonomia: «Qualche governatore di sinistra è preoccupato e fa bene attacca - perché i cittadini li stanno mandando a casa tutti. L'autonomia fa solo bene a un Sud che è stato usato, derubato, ignorato da politici del sud che non hanno mai risposto delle loro chiacchiere. Chiedo ai cittadini pugliesi, campani e calabresi che devono prendere l'aereo per andare a farsi curare da un'altra parte, a lavorare e studiare da un'altra parte, se sono contenti. L'autonomia a loro fa bene, mentre chi sbaglia paga e in Puglia più di uno a sinistra dovrebbe pagare». Quanto alla preoccupazione per una iniqua distribuzione delle risorse, prova a rassicurare: «Nessuno ci rimetterà una lira, perché autonomia significa spendere meno, spendere meglio e avere dei responsabili se qualcosa non funziona. In aeroporto ho trovato dei ragazzi che prendevano l'aereo per andarsi ad assicurare un futuro. Un sistema centralizzato non risponde all'esigenza della Puglia e del Sud. Se le scuole, le strade, gli ospedali, la situazione di oggi a qualcuno va bene così, a me no, io non mi rassegno a migliaia di pugliesi che devono prendere l'aereo o il treno per lavorare, per studiare, per andare a farsi curare altrove. Io quando vedo le formiche e le blatte nei letti degli ospedali di Napoli mi arrabbio come una bestia perché non si può arrivare nel 2019 a questo livello». Tra gli altri argomenti affrontati: immigrazione e accoglienza («Chiuderemo i Cara di Borgo Mezzanone e di Bari»), sicurezza e il caso Diciotti («Se qualcuno pensa di mettermi paura con i processi ha trovato la persona sbagliata, anzi io mi autodenuncio: se qui arriva un altro barcone, non sbarca nessuno»), il no della giunta del Senato alla richiesta della Procura di processarlo («Per me viene prima la difesa del mio Paese, ero tranquillo prima e lo sono adesso. Non è cambiato nulla, ringrazio la squadra di governo»), e le telecamere negli asili («Entro l'estate una legge per renderle obbligatorie per tutelare i bambini, ma anche insegnanti e operatori, ci sono 134 milioni»).



"Io sono qua per ringraziare il lavoro delle forze dell'ordine, dello Stato a tutti i livelli. A Bari e in Puglia - ha aggiunto - Noi abbiamo finanziato 35 Comuni pugliesi che avranno telecamere di videosorveglianza. L'inizio del 2019 per Bari e provincia è assolutamente positivo: ci sono 1000 reati in provincia di Bari e 500 reati in meno in città. E sono arrivati e arriveranno in forza alla questura di Bari 100 poliziotti in più, 44 dal piano potenziamento 2018-2019 e altri 56 a pieno organico".

IL CORTEO ANTIRAZZISTA
In contemporanea un corteo di protesta contro la visita del vicepremier ha sfilato per il capolupogo pugliese: in centinaia si sono ritrovati nel quartiere Madonnella per rivendicare la distanza della città di Bari dalle politiche del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. «Rifiutiamo la presenza del seminatore di odio Salvini e dei suoi alfieri della legalità sbilenca - hanno scritto nel loro appello gli organizzatori della manifestazione Bari non si Lega -. Dopo anni di insulti al Meridione, dopo la faccia tosta dell'aver raccattato voti regalando paura e vendendo a caro prezzo una finta sicurezza, dopo mesi di malgoverno tra un selfie e una diretta facebook, Salvini torna a Bari».
L'atto primo della rete «Mai con Salvini» si celebrò il 21 settembre 2018.
In quella occasione, al termine del corteo antirazzista e antifascista organizzato per un'altra visita di Salvini a Bari, che inizialmente era prevista quel giorno ma fu poi anticipata, alcuni manifestanti furono aggrediti da un gruppo di attivisti di CasaPound, la cui sede - in seguito a quei fatti - è stata sequestrata su disposizione della Procura di Bari e 30 persone sono indagate per «riorganizzazione del disciolto partito fascista» e «manifestazione fascista».

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