Botte, insulti e minacce ai bimbi dell'asilo: arrestata un'educatrice d'infanzia

Botte, insulti e minacce ai bimbi dell'asilo: arrestata un'educatrice d'infanzia
di Michele IURLARO
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Mercoledì 6 Settembre 2017, 13:04 - Ultimo aggiornamento: 7 Settembre, 14:31
BRINDISI - Schiaffi sulla testa, sulle guance e sulle natiche. E poi, strattoni e spintoni, incorniciati da rovinose cadute a terra e musicati da umiliazioni verbali, tra ingiurie e minacce. L’accusa a carico della 67enne brindisina T.G., educatrice di una scuola dell’infanzia sita nel quartiere Cappuccini, è di maltrattamenti ai danni dei bambini ospiti della struttura. Accuse che hanno portato, a margine delle indagini eseguite dagli agenti della specializzata sezione reati contro la persona della Squadra Mobile di Brindisi su richiesta del pubblico ministero della procura messapica Luca Miceli, a produrre un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari firmata dal giudice per le indagini preliminari Barbara Nestore.
I sospetti di maltrattamenti erano stati fiutati dai genitori di alcuni bambini, evidentemente abbastanza sensibili, cuore di mamma, da capire che qualcosa, durante quelle ore di affido, forse non andava per il verso giusto. Che si sia trattato di veri maltrattamenti piuttosto che di metodi educativi eccessivamente aggressivi dovrà stabilirlo, nel caso, un giudice. Intanto, si registra l’arresto della donna cui i poliziotti, guidati dal vicequestore Antonio Sfameni, hanno fatto visita ieri mattina, prima che l’educatrice 67enne uscisse da casa per raggiungere il posto di lavoro.
A supporto della tesi sviluppata da investigatori ed inquirenti, gli esiti delle rapide indagini poi finite nell’ordinanza. Tutto è partito dai sospetti di mamme e papà già all’inizio dell’anno. Secondo le famiglie di alcuni bambini, all’interno della scuola paritaria si verificavano episodi di maltrattamenti nei confronti dei piccoli ospiti, neppure 6 anni di età. I pargoli, come è noto, tendono a provocarsi segni di ogni genere durante le fasi di gioco sfrenato, che possono dissimulare, però, azioni più vigorose nei loro confronti. Insomma, meglio vederci chiaro.
Da qui, l’avvio dell’attività investigativa, capace di mescolare il supporto delle moderne tecnologie ai metodi vecchio stampo. Tra appostamenti e registrazioni, lo spaccato emerso parla dei già citati episodi al vaglio della Procura di Brindisi che, via pm, ha poi portato alla richiesta formulata al gip di valutare l’emissione di una urgente misura di natura cautelare al fine di porre un freno ai presunti maltrattamenti. A supporto della tesi accusatoria, poi avvallata dal giudice, numerosi riscontri che, appunto, racconterebbero gli episodi contestati all’educatrice, dopo la notifica del provvedimento ristretta nella sua abitazione in regime di domiciliari. I maltrattamenti sarebbero andati avanti sino a luglio 2017, con i bambini colpiti “ripetutamente con schiaffi sulla testa, sulle guance e sulle natiche”. Sarebbe stata sempre la stessa 67enne che “li strattonava, li spingeva provocandone in più occasioni la rovinosa caduta in terra, li umiliava, ingiuriava e minacciava”. Ovvero, chi quei piccoli li aveva in custodia per fini educativi e istruttivi. L’educatrice resta a disposizione degli inquirenti e, in attesa dell’interrogatorio, agli arresti domiciliari con divieto di dialogare con persone diverse da quelle che con lei convivono o l’assistono. A margine, lo stesso monito del Capo della Polizia Franco Gabrielli che, proprio in alcune recenti direttive, ha sensibilizzato le forze dell’ordine a porre una maggiore attenzioni a quegli indicatori che posso rivelare comportamenti violente. Soprattutto verso le fasce deboli. Soprattutto, nei confronti dei bambini.
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