Aeronautica in crisi, i sindacati chiedono un incontro dal prefetto

Aeronautica in crisi, i sindacati chiedono un incontro dal prefetto
di Elda DONNICOLA
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Venerdì 20 Gennaio 2017, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 16:19
La convocazione delle organizzazioni sindacali a Bari presso l’Assessorato allo sviluppo economico da parte della Regione per discutere della crisi dell’indotto aeronautico non è arrivata, o forse, non ancora arrivata, forse che mai arriverà. Per questo motivo, stanchi di aspettare un incontro chiesto oramai da troppo tempo, Fiom, Fim e Uilm hanno scritto al prefetto Annunziato Vardè per chiedere un incontro urgente.
La data della convocazione dell’incontro con i sindacati, a seguito della loro richiesta, era trapelata nei giorni scorsi da fonti della Regione accreditate anche se non in maniera ufficiale. Le stesse fonti (autorevoli) riferivano che la data era stata fissata per il 26 gennaio alle 14.30 in via Sonnino e che la convocazione alle Segreterie delle organizzazioni sindacali sarebbe giunta il giorno stesso, vale a dire lunedì scorso. Ad oggi quella convocazione non è ancora stata recapitata agli indirizzi stabiliti.
Nel frattempo la situazione si fa sempre più difficile, tesa, esasperata ed il passare del tempo senza che nulla accada rischia di farla degenerare da un momento all’altro. Da qui la scelta dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil di ricorrere al prefetto.
 
“Visto l’aggravarsi della situazione occupazionale - scrivono al prefetto i segretari Maurizio Sancesario, Michele Tamburrano ed Alfio Zaurito - che risulta nettamente in controtendenza con l’ottimismo espresso dall’ad di Leonardo Mauro Moretti, visti gli esuberi di personale sia diretti che dell’indotto, che sono aumentati in maniera vertiginosa e gli altri annunciati, le chiediamo un incontro urgente per rappresentare in maniera più dettagliata il problema”.

Nel frattempo c’è chi, al pari del presidente di Confindustria Giuseppe Marinò tenta di superare il Governo regionale e portare la discussione a livello nazionale. L’onorevole Elisa Mariano ha presentato una interpellanza al ministro dello sviluppo economico e al ministro del lavoro e delle politiche sociali. “L’industria aerospaziale riveste carattere strategico per le economie avanzate - scrive il parlamentare Pd - i prodotti dell’industria aerospaziale sono di grande complessità, con cicli di ricerca, sviluppo ed industrializzazione che hanno un’estensione media di 30 anni nel settore civile e 50 anni nel militare. A fronte dell’incertezza registratasi nel comparto negli ultimi anni, la strategia messa in atto dal principale gruppo italiano, la Leonardo Finmeccanica, con la costituzione di tre distinti gruppi industriali (Leonardo-Divisione aerostrutture, Leonardo-Divisione velivoli e Leonardo-Divisione elicotteri) e di internalizzazione di diverse fasi produttive, sta determinando notevoli preoccupazioni nelle aree a maggiore vocazione aerospaziale come la Puglia e, in particolare, nel brindisino”.

La Mariano informa i ministri interessati dei primi effetti negativi che quelle decisioni hanno determinato sul piano occupazionale e per le imprese dell’indotto, ma anche negli impianti di Foggia e della divisione elicotteri di Brindisi (ex Agusta). “Non sono da escludere, a breve, possibili perdite di posti di lavoro - si legge ancora nell’interpellanza - tali timori appaiono rafforzati dalla constatazione che il gruppo Leonardo Fimeccanica, ha costantemente ridotto i propri investimenti sul territorio pugliese”.
Eppure la Regione si è dichiarata soddisfatta delle rassicurazioni avute dall’ad di Leonardo Mauro Moretti. “Pur a fronte delle rassicurazioni rivolte alla Regione Puglia da parte dell’amministratore delegato Moretti - afferma l’onorevole del Pd - secondo cui Leonardo-Finmeccanica continuerà ad investire nelle infrastrutture e nelle attrezzature funzionali alla prosecuzione dei programmi in corso e dei nuovi, con un volume di iniziative, tra il 2015 e il 2019, di circa 400 milioni di euro, prevalentemente nel sito di Grottaglie, oltre che di Foggia e Brindisi, le organizzazioni sindacali, così come le amministrazioni locali, continuano a denunciare la riduzione di commesse, la riduzione (o il mancato turn over) del numero dei dipendenti diretti e dell’indotto, quali gravi conseguenze in uno dei pochi settori industriali del Mezzogiorno e della Puglia ad alta componente tecnologica”.

L’onorevole Mariano si presenta ai ministri, numeri alla mano. “Ad oggi - ricorda - nessuna misura di salvaguardia dei livelli occupazionali e tecnologici è stata essa in campo. Nel solo polo brindisino i posti di lavoro persi nell’indotto sono già 320 e ben 600 sono quelli a rischio”.
Da qui la scelta del parlamentare di coinvolgere il Governo. “Vogliamo conoscere quali siano gli orientamenti del Governo in merito alle circostanze - rivendica - ed, in particolare, quali siano le prospettive del settore aerospaziale italiano e dei suoi poli produttivi del Mezzogiorno, della Puglia ed, in particolar modo, di Brindisi; se il Governo non ritenga opportuno istituire un tavolo tecnico di confronto con le organizzazioni sindacali e le imprese del settore, in particolar modo il gruppo Leonardo Finmeccanica, e le amministrazioni locali”.
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