Tempi rapidi per il caso Gse: l’azienda incontra i lavoratori

Tempi rapidi per il caso Gse: l’azienda incontra i lavoratori
di Elda DONNICOLA
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Domenica 14 Gennaio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 11:15
Brusca accelerata su tempi: il tavolo della trattativa utile alla cessione di Gse e all’acquisizione da parte di Dcm proseguirà presso la Task-force per l’occupazione presieduta da Leo Caroli domani alle 16.30. Il presidente Caroli ha anticipato la convocazione che in un primo momento era stata fissata a martedì, per motivi istituzionali. Prima però, l’amministratore unico di Dcm Vincenzo Starace incontrerà i lavoratori domattina, lunedì, a Brindisi presso l’hotel Nettuno. 
L’operazione che si intende concretizzare non è semplice, anzi si può definire una vera e propria sfida. L’acquisizione di Gse non è semplice prima di tutto perché già a suo tempo l’azienda dichiarava la presenza di esuberi e la difficoltà di far fronte ai costi di gestione malgrado un importante portafoglio di commesse tanto da arrivare al fallimento. La proprietà ora è cambiata, ma quei problemi di esuberi e di costi di gestione elevati restano. 
All’incontro presso la task-force di giovedì scorso ha partecipato l’amministratore unico di Dcm (amministratore anche di Dema) Vincenzo Starace. È stato Starace ad illustrare i programmi e cioè che Dcm acquisirà tutti i dipendenti Gse e che è pronta a richiedere per tutti una cassa straordinaria di due anni per ristrutturazione. Vale la pena far notare che affinché venga riconosciuto questo tipo di cassa, la società che la richiede deve dare prova degli investimenti che intende fare. 
Questo sarebbe il punto di partenza. Il secondo passaggio dell’operazione prevede la cessione in affitto di un ramo di azienda della Dcm (soggetto finanziario) alla Dar, altra società che gradualmente andrebbe ad assorbire i lavoratori in quota alla Dcm per avviare le attività produttive.
La trattativa che si è aperta in Regione serve a stabilire quanti lavoratori transiteranno da una società all’altra e con quali condizioni. Una trattativa che può proseguire solo se lo vorranno i lavoratori: se, al termine dell’incontro di lunedì, ne daranno mandato ai loro rappresentanti sindacali che proporranno un vero e proprio referendum per prendere una decisione a maggioranza. In caso contrario, la trattativa si potrà considerare chiusa e Dcm è pronta a fare un passo indietro.
 
«Bisognerà fornire in maniera corretta e dettagliata ai lavoratori tutte le informazioni riguardanti il futuro di Gse – afferma l’amministratore Starace - dobbiamo avere tutti, nessuno escluso, un forte senso di responsabilità, così come ha già dimostrato la task-force della Regione Puglia garantendo un supporto per la cassa integrazione, per la formazione finalizzata alla riconversione del personale, oltre che per gli investimenti al fine di consolidare la presenza industriale sul territorio pugliese e favorire lo sviluppo. Solo con queste basi riusciremo a far ripartire Gse dal fallimento».
Dcm è l’unica azienda ad aver partecipato al terzo bando e alla relativa asta, che altrimenti sarebbe andata deserta e avrebbe portato al licenziamento di tutti i lavoratori. «Ho sentito erroneamente parlare di un motivo finanziario alla base del fallimento di Gse – aggiunge Starace - si tratta invece di una crisi economica - dai dati forniti dalla stessa Gse si evidenzia che su 12,5 milioni di ricavi, nella migliore condizione possibile, ci sono ben 6,9 milioni di materie prime e lavorazioni esterne, 4,3 milioni di costo del personale diretto, 3,7 milioni di costi di personale indiretto, ed 1,7 milioni di costi fissi, per un totale di 4,1 milioni di euro di margine negativo. Dunque, l’unico problema concreto di Gse è l’attuale struttura dei costi. Con il progetto DraGo Dar Raising Gse Operation, Dcm con Dar (Dema Apulia Region) si impegnano, in primis, a dare continuità all’attuale cuoricino pulsante, rappresentato dall’odierno portafoglio ordini, e poi attraverso una politica di investimenti, formazione e consolidamento sul mercato, dare un’opportunità, seppur non ancora certa, ma concreta, di occupazione nei 24 mesi successivi al bacino di persone in cassa integrazione». L’investimento complessivo di Dar è di 10 milioni di euro.
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