Aeronautico: gli esuberi sono diventati 600

Aeronautico: gli esuberi sono diventati 600
di Elda DONNICOLA
4 Minuti di Lettura
Giovedì 12 Gennaio 2017, 06:23 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 13:44
Sono diventati almeno 600 gli esuberi nel settore aeronautico. A lanciare l’allarme è il presidente di Confindustria Giuseppe Marinò che denuncia in maniera molto accorata la preoccupazione per un settore che rischia il collasso. Il rappresentante degli industriali punta il dito contro la Regione, che aveva assunto impegni fino ad ora disattesi, e annuncia azioni che mirano a portare le problematiche derivanti dal cosiddetto Piano Moretti sul tavolo del governo.
Ma facciamo un passo indietro. L’anno 2016 si è concluso con centinaia di lavoratori di aziende dell’indotto aeronautico colpiti da ammortizzatori sociali di vario tipo ai quali le piccole e medie imprese hanno dovuto fare ricorso dopo che sono scaduti (e non rinnovati) i contratti con Leonardo (ex Alenia) così come ha abbondantemente previsto il Piano Moretti sin dal 2015. Il 2016 inoltre, si è concluso con la mancata certezza del futuro occupazionale di 50 lavoratori interinali operanti nella ex Agusta per i quali è stata prevista un’altra, l’ennesima, proroga. Il 2016 si è concluso con la Regione che si è dichiarata soddisfatta dall’incontro avuto con l’ad di Leonardo Mauro Moretti perchè quest’ultimo avrebbe confermato gli investimenti in Puglia.
 
Una presa di posizione che aveva suscitato una levata di scudi da parte dei metalmeccanici dei sindacati che avevano minacciato di ricorrere alla piazza per manifestare il malcontento dei lavoratori. Una ipotesi che, almeno per ora, sembra però scongiurata, visto che Fiom, Fim e Uilm hanno preferito scrivere alla Regione e chiedere un incontro. Una richiesta che, fino ad ora, non ha avuto alcun riscontro da via Capruzzi.
E mentre il silenzio rischia di tornare sovrano, interviene il presidente di Confindustria che, come nel suo stile, di certo non le manda a dire. «In questa situazione – esordisce Marinò - chi sta perdendo sono le imprese e insieme alle imprese i lavoratori». Per Marinò la questione resta ferma a quando, era il mese di novembre, incontrò il presidente della Regione Michele Emiliano e l’assessore Loredana Capone e a loro consegnò il report della crisi nel settore, che all’epoca contava circa 250 esuberi. «Non sono andato a quell’incontro pensando di trovare soluzioni immediate – afferma il rappresentante degli industriali – ma in quell’incontro abbiamo fatto la disamina dei numeri, ho trovato una grande attenzione dall’altra parte e ci siamo lasciati con un’idea, ovvero la Regione aveva preso atto della situazione di allarme con l’impegno di convocare un tavolo comune con le diverse parti anche a livello regionale, ovvero coinvolgendo anche Taranto e Foggia che vivono le stesse problematiche».

Tavolo che non è mai più stato convocato, ma nel frattempo il presidente Emiliano e l’assessore Capone hanno incontrato l’ad Moretti. «Nel corso della riunione con Emiliano e Capone – continua Marinò - ricordo di aver detto che la posizione di Confindustria rispetto alle criticità era che se Moretti aveva deciso di cambiare la strategia del settore aeronautico, questa non la si poteva adottare dalla sera alla mattina. In altre parole, se Leonardo decide di cambiare, deve dare il tempo alle aziende di adeguarsi a questo cambiamento e avevamo quantificato questo tempo in due anni». 
Un ragionamento che sembrava aver trovato, in quel momento, condivisione nella Regione, ma poi, di tutto questo, dopo l’incontro con l’ad Moretti non si è più parlato, non da parte della Regione. «Non è vero che nulla che è cambiato dopo l’incontro con Moretti – alza la voce Marinò - i numeri degli esuberi non sono più quelli di prima, il punto a stamattina (ieri per chi legge, ndr) è di circa 600 esuberi, più del doppio da quando abbiamo consegnato il report alla Regione».

È tempo, quindi, che la discussione sia portata ad un altro livello, quello nazionale. «Tenuto conto del fatto che questo incontro con Moretti non ha ancora prodotti risultati percepibili – afferma il presidente di Confindustria - per evitare che la situazione ci scappi di mano deve essere portata al governo centrale. Ho letto del viaggio di Emiliano per andare a trovare il premier Gentiloni, ho letto che gli ha parlato della Tap, dell’Ilva, dell’approdo a Brindisi del gas, forse c’è altro e non lo sappiamo, forse è sfuggito a me, ma non mi risulta che Emiliano abbia sottoposto al premier che qui abbiamo un problema serio che riguarda la rivoluzione del piano industriale di Moretti, questa è un’occasione persa». 

Il rappresentante degli industriali non nasconde rabbia e preoccupazione. «È più di un anno che siamo preoccupati da quello che sta accadendo – aggiunge – doveva essere lo stesso governo regionale a chiedere un tavolo a Roma, oramai il tavolo a Bari non serve più a nulla. Solo il governo può dirci cosa c’è che non va, se questi sacrifici che stiamo facendo sono dovuti, se avremo qualcosa in cambio, e se sono previsti altri piani di licenziamenti ce lo dicessero subito. Non credo che una cosa di questo tipo non debba essere portata sul tavolo del governo, altrimenti Moretti avrà un altro mandato e noi continueremo a leccarci le ferite. Adesso c’è un nuovo Ministero diretto da Claudio De Vincenti, ma non riesco a capire quando andremo a trovarlo. Quello che cercherò di fare è che quel tavolo si faccia a Roma con il governo, con il ministro De Vincenti, non credo che si possa fare altrimenti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA