Non c’è pace per i defunti del cimitero comunale di Brindisi: nella notte tra mercoledì e giovedì alcuni ignoti hanno profanato la cappella della famiglia Colaianni, imprenditori locali nel settore dell’edilizia, riuscendo ad asportare una statua (rappresentante il Sacro Cuore di Gesù e alta circa un metro) che risaliva a cento anni fa. Un’opera in gesso che sul mercato nero dei cimeli sacri potrebbe avere un modesto valore commerciale, mai quanto al valore affettivo che nutriva questa famiglia, come ha raccontato al nostro giornale l’imprenditore Claudio Colaianni: «La statua era stata acquistata da mia nonna, che era molto devota. Quando ci recavamo presso la cappella a fare visita ai nostri cari, rappresentava per tutti noi un cimelio che ci portava indietro nel tempo e a un passato felice della nostra storia familiare».
L'episodio
Questa mattina l’amara scoperta. Il furto è avvenuto dietro l’effrazione della porta d’ingresso che era protetta con un lucchetto. Sarebbe stato molto facile individuare in pieno giorno due persone che si portavano dietro per i vecchi viali del cimitero una statua di quelle dimensioni.
Probabilmente, l’azione (commissionata e simile a tanti altri furti dello stesso genere che hanno visto - anche in un recente passato - asportare da tombe e cappelle fiori e diversi arredi sacri, spesso in bronzo, insieme ad altri manufatti in rame) è avvenuta durante la chiusura del cimitero, quando era già buio.
Il luogo sacro
In effetti, anche in relazione agli altri furti, non è difficile riuscire a scavalcare all’interno del luogo sacro attraverso i vari cancelli che circondano l’intero perimetro che si affaccia lungo il quartiere Perrino e via Provinciale per Lecce.
Nessuno avrebbe notato movimenti mentre avveniva il furto e non esistono da quelle parti telecamere di videosorveglianza.