Coemi, 24 ore per una risoluzione: rinviato a oggi il confronto decisivo

Coemi, 24 ore per una risoluzione: rinviato a oggi il confronto decisivo
di Elda DONNICOLA
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Martedì 27 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 15:00
E’ stato aggiornato al primo pomeriggio di oggi l’incontro convocato dal prefetto Valerio Valenti per ieri mattina per tentare di trovare una soluzione alla vertenza Coemi, ovvero la ricollocazione di 11 esuberi a seguito del passaggio di cantiere con Impes e TsImpianti nel servizio delle manutenzioni elettro-strumentali all’interno del Petrolchimico. Il nodo da superare passa dalla ricollocazione di 3 unità, mentre per gli altri si prevedono contratti fino alla fine dell’anno.
La vigilia della convocazione dal prefetto era stata piuttosto burrascosa e nulla sembrava lasciare ben sperare. Con le organizzazioni sindacali che sembravano su posizioni troppo distanti per sperare che un accordo potesse venire fuori.
D’altra parte è altrettanto irrituale che si torni in Prefettura a “rifare” un accordo che in realtà era già stato fatto il 25 maggio scorso davanti all’ex prefetto Annunziato Vardè per non essere poi rispettato. Già, la vertenza Coemi sembrava cosa fatta e invece, a distanza di una ventina di giorni da quel documento che, in buona sostanza, faceva salva l’intera platea dei lavoratori ex Coemi, è bastato un incontro in Confindustria che doveva servire a realizzare quell’accordo ed ecco che si torna al punto di partenza. In pratica le aziende che si erano rese disponibili alle assunzioni avevano proposto contratti a tempo determinato che andavano da 2 a 4 mesi. Forse, nessuno si era preoccupato, nel corso dell’incontro che aveva portato all’accordo del 25 maggio di discutere della tipologia di contratto.
 
Al fallimento delle ricollocazioni, Cgil, Cisl e Uil hanno immediatamente allertato il neo prefetto Valerio Valenti per rivendicare l’accordo sottoscritto in precedenza. Dopo una serie di verifiche e di trattative, il prefetto Valenti ha convocato le parti sindacali, sia i confederali che i metalmeccanici per ieri mattina.
Coemi era l’azienda che si occupava della manutenzioni elettro-strumentali per conto di Versalis, Enipower e Basell, ma la gara d’appalto che si è svolta ha estromesso questa azienda e dato il via libera ad Impes e TsImpianti. Coemi ha dichiarato immediatamente 27 esuberi, tanti quanti erano i lavoratori impegnati in quell’appalto, mentre le ditte subentranti hanno altrettanto immediatamente fatto sapere che non tutti i lavoratori avrebbero trovato spazio nelle loro maglie. La vertenza è approdata subito in Prefettura.
Dopo una serie di incontri a carico dell’ex prefetto Annunziato Vardè, lo scorso 25 maggio è giunto l’accordo che sembrava aver messo la parola fine, in maniera positiva, alla vertenza. L’accordo aveva stabilito che in 5 sarebbero andati a Impes e Tsimpianti, gli altri sette nelle altre aziende che si erano rese disponibili. Ma i contratti si sono, successivamente, rivelati irrisori, in quanto andavano da 2 a 4 mesi. Ed è così che l’attuale prefetto ha ereditato la situazione. Quindi l’incontro convocato per ieri mattina. I lavoratori da ricollocare sono diventati 11. «Ci siamo aggiornati a domani (oggi per chi legge, ndr) - dichiara il segretario Fim Michele Tamburrano - perché non c’è copertura per un lavoratore, e per altri due non si capisce se siano le aziende a non averli contattati o i lavoratori ad aver rinunciato». E per i restanti 8? «Tutti gli altri - riferisce Tamburrano - saranno suddivisi tra Impes, TsImpianti e Dandrea con contratti fino alla fine dell’anno».
Insomma, della serie meglio di niente. «Resta l’impegno - aggiunge Maurizio Sancesario di Fiom - che a metà del periodo, si formerà un nuovo tavolo per capire se si può prolungare il periodo».
Anche Uilm sembra aver ceduto a quello che sa del classico “prendere o lasciare”. «Le aziende vedranno di dare una risposta definitiva per quanto riguarda le ultime 3 figure professionali da ricollocare - dichiara il segretario Uilm Alfio Zaurito - le organizzazioni sindacali hanno detto che se la vertenza non dovesse essere risolta per tutti i dipendenti, si sentiranno liberi di agire sindacalmente».
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