Missione impossibile: alla Coemi non si riesce a trovare un accordo

Missione impossibile: alla Coemi non si riesce a trovare un accordo
di Elda DONNICOLA
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Mercoledì 28 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:37
La storia della ricollocazione degli 11 lavoratori ex Coemi è infinita. L’incontro che si è svolto ieri pomeriggio davanti al prefetto Valerio Valenti, il secondo in due giorni, non è stato ancora sufficiente per chiudere la vertenza una volta per tutte. Organizzazioni sindacali, Confindustria e aziende guidati dal prefetto ci riproveranno, ancora una volta, lunedì prossimo.
La vertenza si trascina oramai da oltre un mese e quando un accordo sembra essere stato trovato, si torna punto e a capo. Nulla in questa storia sembra avere un senso. Non ha senso che si torni in Prefettura a “rifare” un accordo che in realtà era già stato siglato il 25 maggio scorso davanti all’ex prefetto Annunziato Vardè per non essere poi rispettato, solo per fare un esempio (ma non è l’unico). La vertenza Coemi sembrava cosa fatta e invece, a distanza di una ventina di giorni dal documento del 25 maggio che faceva salva l’intera platea dei lavoratori ex Coemi, l’incontro in Confindustria che doveva servire a realizzare quell’accordo non ha sortito l’effetto sperato.
In pratica le aziende che si erano rese disponibili alle assunzioni avevano proposto contratti a tempo determinato che andavano da 2 a 4 mesi. Forse, nessuno si era preoccupato, nel corso dell’incontro che aveva portato all’accordo del 25 maggio di discutere della tipologia di contratto.
Al fallimento delle ricollocazioni, Cgil, Cisl e Uil hanno immediatamente allertato il neo prefetto Valenti per rivendicare l’accordo sottoscritto in precedenza. Dopo una serie di verifiche e di trattative, il prefetto ha convocato le parti sindacali, sia i confederali che i metalmeccanici per lunedì. Coemi era l’azienda che si occupava della manutenzioni elettro-strumentali per conto di Versalis, Enipower e Basell, ma la gara d’appalto che si è svolta ha estromesso questa azienda e dato il via libera ad Impes e TsImpianti. Coemi ha dichiarato immediatamente 27 esuberi, tanti quanti erano i lavoratori impegnati in quell’appalto, mentre le ditte subentranti hanno altrettanto immediatamente fatto sapere che non tutti i lavoratori avrebbero trovato spazio nelle loro maglie.
 
Nel frattempo i lavoratori da ricollocare sono diventati 11 perché gli altri sono riusciti a trovare posto altrove.
Alla vigilia del primo incontro con il prefetto di lunedì scorso, non si registrava unità di intenti neppure tra i metalmeccanici con Cgil e Uil non disponibili ad accettare contratti che non fossero a tempo indeterminato e Cisl disponibile ad accettare contratti a tempo nelle more di trovare successivamente le soluzioni volte alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
Giunti in Prefettura però, si scopre che per 3 degli 11 lavoratori non c’era spazio ed il tavolo si è aggiornato a ieri, ma la situazione non è cambiata di molto. «Tutti devono avere garanzie occupazionali - rivendica il segretario Fim Michele Tamburrano - ho detto fin dall’inizio che vedevo positivamente l’ipotesi di contratti fino a dicembre con un pit-stop ad ottobre per verificare la possibilità di continuità».
Ma nel frattempo non è ancora stato risolto il problema dei 3 che mancano all’appello. «Otto sono divisi tra Impes, TsIpianti e Dandrea - conferma Tamburrano - due vanno ad aziende più piccole che hanno confermato l’intenzione di prenderli e si sono dichiarate disponibili a fare il colloquio anche al terzo». Ma questi ultimi con contratti non a dicembre, ma a due o tre mesi tanto quanto la durata dei loro contratti all’interno dello stabilimento.
E’ chiaro che se non tutti i lavoratori trovano ricollocazione diventa superfluo discutere della durata dei contratti. «Non c’è ancora nulla di concluso - conferma il segretario Fiom Maurizio Sancesario - non c’è ancora l’elenco completo di tutti i lavoratori. Sulla base di questo è inutile anche andare avanti. Certo la nostra richiesta è che le assunzioni che si vanno a fare devono avere la stessa durata degli appalti».
Una richiesta condivisa anche in casa Uilm. «Pur avendo registrato un avvicinamento per la ricollocazione dei 3 che erano rimasti fuori, ancora non c’è un accordo - afferma Alfio Zaurito - si devono ancora fare i colloqui. In ogni caso chiediamo che il contratto segua la durata dell’appalto».
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