Autigno, la discarica può riaprire, rifiuti meno cari

Autigno, la discarica può riaprire, rifiuti meno cari
di Lucia PEZZUTO
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Domenica 25 Marzo 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14:45
 Trattamento dei rifiuti, lavori in corso nella discarica di Autigno per la bonifica e la messa in sicurezza: il Comune di Brindisi appalta, con procedura negoziata, i lavori per il ripristino dell’impianto di estrazione del biogas. Sarà la Geoimpianti e Costruzioni srl di Bari a svolgere le opere necessarie per il ripristino dell’impianto di estrazione di biogas del lotto 3 con la fornitura e posa in opera della geomembrana in Hdpe e di tutte le attività accessorie di ripristino della rete di biogas. Si tratta di un primo stralcio di lavori (costo al netto degli oneri 95mila euro) per la messa in sicurezza e la bonifica della discarica di Autigno per la quale il Comune di Brindisi ha ottenuto dalla Regione un finanziamento di 4 milioni e 600mila euro, di questi 2milioni 640mila saranno utilizzati per la messa in sicurezza (fase uno) e un milione e 900mila euro per disinquinare la falda (fase due). Entro giugno invece bisognerà indire la gara per la fase due. Tutte le opere, sulla base dell’accordo firmato da Comune e Regione, dovranno essere completate entro il 31 dicembre di quest’anno. Tutto questo si traduce nella possibilità di vedere nuovamente attiva la discarica di Autigno per il 2019.
La discarica di Autigno era stata sequestrata il 5 maggio del 2015 quando nella falda fu trovata una quantità di inquinanti oltre il limite previsto. All’epoca la discarica comunale di Brindisi era gestita da Nubile, la Regione revocò l’Aia perché non erano stati eseguiti gli interventi tecnici per garantire la sicurezza di quei luoghi ed impedire l’inquinamento della falda. Il mancato rispetto delle prescrizioni fu accertato dalla magistratura che di conseguenza ne dispose il sequestro. Da allora i rifiuti indifferenziati, prima biostabilizzati, vengono portati in discariche private in altri comuni pugliesi facendo lievitare vertiginosamente i costi per lo smaltimento. La possibilità di riaprire Autigno sarebbe “una manna dal cielo”, quindi, per il Comune di Brindisi che oggi è costretto a portare i rifiuti prima nell’impianto di Poggiardo, provincia di Lecce, per biostabilizzarli e poi nella discarica di Statte , provincia di Taranto. Una parte di questi rifiuti viene lasciata nell’impianto di Cavallino, sempre provincia di Lecce, per farne Cdr, ossia combustibile da rifiuto.
 
Anche in questo caso il Comune di Brindisi ha un impianto di biostabilizzazione e Cdr in via Pandi, alla zona industriale, costato 23 miliardi di lire di fondi Cipe oltre le spese per la manutenzione e la custodia, un impianto che distanza di anni oramai è obsoleto e necessiterebbe di un revamping. Insomma a conti fatti se si investisse anche nel revamping dell’impianto di Cdr e la discarica di Autigno fosse riaperta, così come si prevede, il Comune di Brindisi non avrebbe più alcuna necessità di portare i rifiuti fuori provincia ed utilizzare impianti privati che attualmente spende da un minimo di 163,59 euro a tonnellata se il rifiuto finisce in discarica, mentre 187,29 euro a tonnellata se portato nell’impianto di produzione di Cdr. 
La discarica di Autigno, se le opere saranno svolte nei tempi previsti dovrebbe essere pronta per il prossimo anno, a questo punto però bisognerà scegliere un nuovo gestore attraverso un bando di gara, secondo le indicazioni che saranno date dalla Regione Puglia. Il risparmio sul trasporto e lo smaltimento dei rifiuti potrebbe portare ad uno sgravio non solo per la casse comunali ma anche per le tasche dei cittadini che allo stato attuale pagano una tra le più alte Tari dell’Italia.
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