Emergenza rifiuti, la piazza chiede l’ordinanza urgente. Ma la sindaca dice no: «Impossibile»

Emergenza rifiuti, la piazza chiede l’ordinanza urgente. Ma la sindaca dice no: «Impossibile»
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Giovedì 25 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14:30
C’era anche la sindaca Angela Carluccio, ieri, in piazza Matteotti dove associazioni e semplici cittadini, su invito di Salute Pubblica, sono scesi in strada per protestare contro l’emergenza rifiuti che ormai da mesi attanaglia la città.
Gli organizzatori ed i partecipanti chiedono sostanzialmente due cose: un’ordinanza contingibile e urgente che affidi il servizio di igiene urbana ad una nuova azienda ed un percorso partecipato che preveda di applicare a Brindisi le migliori pratiche esistenti sul fronte della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti. Ma la sindaca ha detto di no all’ordinanza, facendo infuriare tutti i presenti ed incassando fischi, dure critiche e richieste di dimissioni.
«Sappiamo - esordisce Maurizio Portaluri dell’associazione Salute Pubblica - che le strade di Brindisi sono ormai da anni piene di rifiuti, sporche, abbandonate all’incuria. E il pericolo è che la situazione di emergenza diventi ordinaria. i rifiuti da anni stazionano troppo a lungo nelle strade, i luoghi pubblici non vengono puliti, la vegetazione spontanea non viene estirpata, ci sono cumuli di rifiuti a tutte le ore del giorno. Una situazione favorevole per topi e agenti infestanti ma anche per inciampi e cadute. Quindi il primo grande rischio è per la salute dei cittadini. Per non parlare del fatto che proprio le periferie, che dovremmo curare anche più del centro se non vogliamo continuare a lamentarci della criminalità che proprio nei luoghi abbandonati trova terreno fertile, sono i punti nei quali il problema è più evidente».
Poi, Portaluri lancia due richieste ben precise all’amministrazione comunale. «La prima e più impellente - dice - è quella di un’ordinanza sindacale urgente per ripristinare subito la sicurezza e la pulizia. Non importa se sarà oggetto di opposizione, la gravità della situazione richiede un provvedimento urgente. Non ci interessa chi debba essere obbligato ad eseguirla, ci interessa il risultato, ovvero una città sgombra dai rifiuti. E questo può farlo solo il sindaco con i poteri che la legge conferisce al suo ufficio».
 
E poi, aggiunge il medico, «è quella di avviare coi cittadini, le organizzazioni sociali, gli ordini professionali e gli enti di ricerca un percorso partecipato per portare a Brindisi le migliori pratiche già esistenti neppure tanto lontano da qui in tema di rifiuti».
Rincara la dose il giudice Michele Di Schiena, che aggiunge: «La situazione è drammatica per l’igiene e la salute. O si fa l’ordinanza o ci vorranno per lo meno sei mesi per affrontare il problema. Senza ordinanza, questa nostra riunione non sarà servita a niente».
Pochi minuti dopo, mentre continuano a susseguirsi gli interventi al megafono del segretario dei Cobas Roberto Aprile, la prima cittadina esce dal municipio per parlare ai presenti. «Io non mi sottraggo - esordisce - al confronto. Certo, anche noi vediamo in che stato è la città ma qualunque soluzione deve essere consentita dai paletti e dalle normative che dobbiamo rispettare e che in nessun modo possiamo disattendere, anche se ce lo chiede una comunità. Ma capisco che forse stando al di fuori certe soluzioni sembrano possibili anche se in realtà non è così».
Il riferimento, naturalmente, è all’ordinanza contingibile e urgente. «Mi si chiede da più parti - chiarisce fin da subito la sindaca - di ricorrere ad un’ordinanza ma sia chiaro che non è possibile. Sappiamo bene che l’Anac ci ha espressamente vietato di ricorrere a questo strumento, e tra l’altro i giudizi del Tar non ci confortano in tal senso. Noi dobbiamo assolutamente affidare il servizio ma dobbiamo porterlo fare in tranquillità, senza correre rischi di sorta».
«Fino ad ora - conclude - non siamo certo stati con le mani in mano: ci occupiamo quotidianamente della questione ed abbiamo provato anche una serie di approcci con la Regione per trovare soluzioni percorribili, senza scartare alcuna possibilità. Abbiamo fatto diversi tentativi che non sono andati a buon fine. Certo, non ci diamo per vinti, perché ci rendiamo conto di quanto il problema sia importante».
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