«Equitalia mi deve 6mila euro, ma i soldi sono svaniti nel nulla»

«Equitalia mi deve 6mila euro, ma i soldi sono svaniti nel nulla»
di Massimiliano IAIA
3 Minuti di Lettura
Lunedì 24 Ottobre 2016, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 16:00
“Quando è Equitalia a vantare crediti, il contribuente è costretto a pagare anche quando non ce la fa. Ma se è l'agenzia di riscossione a dover versare, allora accade anche che i soldi svaniscano nel nulla”: è accaduto ad un geometra 76enne di Brindisi, che da Equitalia attende da oltre un anno di riavere 6.257 euro che, stando a quanto appreso agli stessi sportelli, non avrebbe dovuto pagare.
E' proprio nel settembre 2015 che ha inizio l'odissea del contribuente, che fino a quel momento stava provvedendo al pagamento di alcune pendenze con Equitalia. Ma proprio negli uffici del rione Centro il contribuente è stato informato di una notizia positiva: l'ente impositore aveva provveduto all'annullamento di quelle cartelle da nove anni, così a quel punto il geometra si ritrovava a vantare un credito di 6.257 euro. Che avrebbe visto - così gli hanno assicurato ad Equitalia – al massimo nel giro di tre mesi: bastava fornire agli addetti il codice Iban e il bonifico sarebbe partito regolarmente.
Tra il dire e il fare, però, c'è di mezzo un mare di burocrazia ed evidentemente di pratiche - per dirla così - che hanno messo in coda il caso, e soprattutto il bonifico, del geometra.
Trascorsi i tre mesi utili, il contribuente ha inviato una doppia comunicazione, una all'ente impositore e l'altra ad Equitalia, proprio per avere notizie della sua pratica. Il primo ha risposto in tempi brevi, spiegando di aver già dato mandato all'agenzia di provvedere al pagamento. Da Equitalia no, nessuna risposta, nemmeno una frase di circostanza, men che meno qualche riga di scuse per l'eventuale disagio arrecato. Niente di niente. Stesso silenzio dopo un secondo invio, risalente agli inizi della scorsa estate.
In tutto questo tempo, Equitalia è tornata a farsi sentire solo in un'occasione, e cioè quando il contribuente aveva interrotto i pagamenti delle sue cartelle, ritenendo che evidentemente si potesse usufruire di una forma di “compensazione” rispetto alle proprie scadenze. Ma non era così: dall'agenzia di riscossione, infatti, è subito partita una comunicazione al geometra per invitarlo a corrispondere in tempi brevi le tre rate non ancora versate. Pagamento, oltretutto, immediatamente effettuato dal contribuente, nonostante risultasse ancora creditore di oltre 6mila euro. Nella telenovela del professionista c'è stato pure questo paradosso: risultare, seppur solo per qualche settimana, un evasore nonostante nessuno lo avesse ancora informato sulle sorti del denaro che non aveva ancora visto.

Si è poi passati definitivamente alle vie legali, con l'ausilio degli avvocati Mathias Le Noci e Francesco Antonazzo: è stato infatti presentato a fine luglio un ricorso per ottenere un decreto ingiuntivo, che è stato poi effettivamente emesso il 5 ottobre. Il 12 ottobre il provvedimento monitorio è stato notificato, e a questo punto tra oggi e domani si dovrebbe procedere con un pignoramento. Per una vicenda che, in ogni caso, si concluderà con una certa amarezza per il cittadino che paga onestamente le tasse: “Ho versato fino all'ultimo, perché era mio dovere farlo”, spiace. “Spiace il silenzio dell'agenzia, soprattutto perché, quando è chiamato a pagare, al cittadino viene notificato tutto con grande tempestività, ed è successo anche a me. Quando invece si è creditori, non si fa vivo nessuno”. E per avere quanto dovuto tocca ricorrere a carte bollate, provvedimenti e interminabili code allo sportello. Non per lamentarsi del disagio, però, per quello magari prego ripassare.
© RIPRODUZIONE RISERVATA