Gse, fallisce anche l’accordo: a rischio 225 lavoratori. Entro oggi la decisione finale

Gse, fallisce anche l’accordo: a rischio 225 lavoratori. Entro oggi la decisione finale
di Elda DONNICOLA
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Martedì 16 Gennaio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 14:18
Nessun accordo hanno sottoscritto ieri pomeriggio presso la Task force per l’occupazione le organizzazioni sindacali e la Dcm, la società che ha manifestato, lo scorso 27 dicembre in occasione della terza asta bandita dal Tribunale, la volontà di acquistare la fallita Gse al costo di 3,6 milioni di euro. 
Un mancato accordo che, se nulla dovesse cambiare nelle prossime ore, potrà significare una sola cosa: il licenziamento al 31 gennaio di 225 lavoratori. Il presidente della Task force regionale per il lavoro, Leo Caroli, ha lasciato aperto il verbale invitando le Rsu ad un ulteriore momento di riflessione insieme ai lavoratori dopo aver avuto rassicurazioni dalla curatela fallimentare che Dcm può ancora usufruire di un ulteriore giorno prima di decidere se concretizzare l’operazione oppure scegliere di tirarsi indietro.
La riunione, anticipata a ieri dal presidente Caroli, è iniziata nel tardo pomeriggio. La trattativa è andata avanti per ore prima alla presenza di tutte le parti, poi tra organizzazioni sindacali e rappresentanza regionale ed ancora è proseguita alla presenza della società.
Il passare del tempo e le parole non sono bastata ad avvicinare le diverse posizioni, a mitigarle o a trovare un punto di accordo. Dcm, secondo il suo progetto, prevede di affittare un ramo di azienda ad un’altra società, Dar e ad essa affidare 113 lavoratori e le commesse già in attivo, per il restante personale si prevede la cassa integrazione per due anni con possibilità di essere ripescati man mano che la produzione dovesse aumentare e dopo essere stati formati e riqualificati.
Fiom e Fim, dopo essersi dichiarati delegittimati dalla scelta dell’assemblea dei lavoratori, hanno abdicato ogni decisione alle Rsu dei lavoratori. Le Rsu (tutte Uilm) hanno chiesto che i lavoratori confluissero tutti in un unico bacino senza essere frammentati. Alla fine: «Dcm – fanno sapere dalla società – ha fatto presente che non ci sono i presupposti per accettare questa condizione. Il mandato ricevuto dagli investitori è ben chiaro: c’è la volontà di portare avanti la parte industriale di Gse che è ancora attiva con la cessione del ramo di azienda a Dar, con la riqualificazione del personale e l’impegno ad attingere il personale dal bacino restante se si necessita di aumento occupazionale».
Da questa posizione la società non si sposta di una virgola e ricorda: «Non siamo noi i responsabili del fallimento Gse, la fotografia attuale di Gse è disastrosa e siamo pronti a prendere da subito la parte necessaria per garantire la continuità ai clienti. Anche grazie al cofinanziamento per la riqualifica del personale, Dar si impegna formalmente ad assumere da tale bacino di persone che rimarranno in cassa integrazione. Di più non possiamo fare».
 
Su questo le Rsu rifletteranno fino alle prossime ore prima di mettere la parole fine definitiva su questa storia, nel bene o nel male che sia. Il presidente Caroli infatti, ha lasciato il verbale aperto. In pratica, davanti alle invariate posizioni delle parti, Caroli ha chiesto alla curatela fallimentare se Dcm poteva rinviare ad oggi la decisione dell’acquisto senza rischiare di perdere il proprio denaro e dopo aver avuto questa conferma, ha chiesto alle rappresentanze sindacali di svolgere un ulteriore passaggio con i lavoratori prima di comunicare una decisione definitiva. E questo accadrà. Questa mattina le Rsu comunicheranno nuovamente con i lavoratori per poi riferire alla Regione se sottoscrivere l’accordo o meno. Insomma, fiato sospeso ancora per qualche ora.
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