Ossessiona l’ex innamorata che l’aveva lasciato: arrestato

Ossessiona l’ex innamorata che l’aveva lasciato: arrestato
di Salvatore MORELLI
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Lunedì 18 Settembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:45
Un 46enne di Brindisi ha continuato a perseguitare l’ex innamorata nonostante un divieto imposto dalla Procura della Repubblica già nel corso del 2016. Venerdì scorso il personale della Squadra Mobile ha rintracciato in città l’uomo per notificargli un’ordinanza di misure cautelari emessa dal giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Brindisi. Nel corso del periodo estivo appena trascorso, sono stati gli investigatori della Sezione reati contro la persona a trattare la delicata vicenda che ancora una volta ha visto “disperare” la vittima. La misura restrittiva emessa dal gip a carico del 46enne è stata quella degli arresti domiciliari.
Il divieto per l’uomo era quello di non avvicinarsi alla donna e ai luoghi frequentati da lei. Questa decisione era stata avanzata all’inizio dell’estate dello scorso anno quando il 46enne venne raggiunto da altra misura cautelare, seppur meno afflittiva ma che tendeva ad assicurare alla vittima una tutela tangibile ed immediata da possibili persecuzioni e ritorsioni da parte dell’autore dei reati.
Nonostante tutto, le persecuzioni dell’uomo nei confronti dell’ex innamorata sono andati avanti sino allo scorso luglio, quando le indagini della squadra mobile e la piena condivisione da parte dell’autorità giudiziaria inquirente - la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Brindisi - hanno permesso di richiedere ed ottenere una misura cautelare nei confronti dell’uomo e a dare quindi una certa ed immediata serenità alla vittima.
Peraltro, il 46enne conosceva bene il rischio che correva dopo il primo divieto eseguito nel 2016 se una nuova violazione fosse stata segnalata all’autorità giudiziaria, fino ad essere passibile di una misura restrittiva. Il gip, esprimendosi con altrettanta celerità, valutato il ricorrere di indizi in relazione a ripetute condotte verso la vittima tendenti a crearle un certo stato d’ansia e un mutamento nelle normali abitudini di vita (ritenute quindi sussistenti le esigenze cautelari), ha emesso a carico dell’interessato l’ordinanza di applicazione della misura restrittiva degli arresti domiciliari.
Nonostante gli sforzi fatti nel tempo, i casi di molestia, di maltrattamento, gli atti persecutori non diminuiscono in città, non accennano ad essere banditi e spesso sono anche oggetto di una sorta di giustificazione, soprattutto quando avvengono tra le mura domestiche: cosa che rende estremamente difficoltoso riuscire a scoprire i casi che giornalmente si consumano.
 
Le denunce non sono mai tantissime e ciò per i motivi più svariati: il terrore delle vittime di una ritorsione, preoccupazione di sciogliere un vincolo familiare o relazionale cui si tiene particolarmente nonostante le umiliazioni e le vessazioni subite, timore di perdere i figli e tanto altro.
In questo settore tanto fanno però le unità specializzate della polizia di Stato e delle altre forze dell’ordine che, attraverso operatori qualificati e dotati di particolare sensibilità ed esperienza nel settore, riescono ad affrontare difficili percorsi investigativi fatti di delicati approcci con le vittime che, solo se accolte in un ambiente favorevole, riescono ad aprirsi ed a fornire quei dettagli che risultano di assoluta rilevanza per le indagini
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