Lungomare, troppi divieti: il centro storico si svuota e il commercio è in affanno

Lungomare, troppi divieti: il centro storico si svuota e il commercio è in affanno
di Mino PICA
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Sabato 14 Ottobre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 13:45
 «Niente parcheggi, niente lavoro». Era il titolo della protesta dei commercianti del lungomare brindisino che, nel febbraio 2015, evidenziarono tutte le loro difficoltà. Trascorsi più di due anni, la situazione non sembra essere affatto migliorata, nonostante la conclusione dei lavori di via del Mare, che all’epoca sembrava rappresentare la risposta ai problemi di mobilità nel centro. Adesso, con l’avvicinarsi della stagione più fredda, con la possibilità di viverlo potendo raggiungerlo esclusivamente a piedi, si avvicina lo spettro di una desertificazione più netta del lungomare brindisino, così come d’altronde avvenuto negli ultimi anni. La chiusura al traffico del tratto di Regina Margherita, a cui si aggiunge il divieto di sosta imposto, quest’estate, su piazzale Lenio Flacco, presenta infatti uno scenario particolare: un lungo tratto di oltre 500 metri che ospita esercizi commerciali che, da tempo, lamentano di restare isolati e difficilmente raggiungibili. Seppur il progetto originario non presentasse l’idea di bloccare il transito automobilistico, dal 2013 il lungomare è notoriamente chiuso al traffico. L’emblema della protesta del 2015 fu la chiusura dello storico bar Vertigo, una delle tante attività, in realtà, che non fanno più parte dell’offerta commerciale del centro. Lo scenario del vicino piazzale Lenio Flacco presenta adesso diverse similitudini, con la concentrazione di diversi ristoranti, a cui si aggiunge l’altrettanto difficile situazione dei commercianti ambulanti, i cosiddetti “paninari”, del piazzale che, entro il prossimo 31 dicembre, non occuperanno più l’area, in virtù dei nuovi chioschi che saranno realizzati. Proprio su quest’ultimo fronte, un segnale significativo arriva dal decentramento di un altro esercizio storico del piazzale, presente dal 1981, “Enrico e Carmela Fast Food” che, nella serata di giovedì, ha invece inaugurato la nuova “Paninosteria” nel quartiere Santa Chiara. 
 
«Il piazzale – dichiarò Carmela Episcopo - con questo divieto di sosta, sembra non essere più accessibile ai brindisini: è un deserto. Tutto ciò penalizza la vivibilità di questo pezzo importante della città, così come di chi ci lavora». A completare il quadro di un centro cittadino che soffre problemi di viabilità da diversi anni, ciò che accade lungo i corsi principali. Dal piano urbano della mobilità del 2001, che modificò l’utilizzo dei corsi in maniera sensibile, si sono susseguiti interventi di riapertura sperimentale, modifiche, posizioni a favore e contro un centro pedonale, e le costanti difficoltà di presentare aree di parcheggio. Corso Garibaldi attualmente vieta nuovamente la sosta delle auto, in un tratto che garantirebbe 38 parcheggi. Fra i corsi gli stessi commercianti appaiono divisi, e se è comunque più diffusa e netta l’idea di riaprire corso Garibaldi ai parcheggi, c’è chi su corso Roma propone anche la chiusura di questo tratto solo in alcune fasce orarie. Una situazione non semplice, per il mondo commerciale brindisino, che viene rimarcata anche dai numeri. Nel primo trimestre del 2017, secondo un rapporto a cura del servizio “Economia Locale”, della Camera di Commercio, «la città di Brindisi presenta il numero più elevato di chiusure di imprese commerciali al dettaglio nell’intera provincia, ovvero 45 aziende».
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