Lo richiede la gravità del momento, dopo gli ultimi disastrosi anni dal punto di vista amministrativo, ma lo richiede anche il futuro a breve e medio termine, visto che la prossima amministrazione comunale sarà quella che dovrà accompagnare la decarbonizzazione della centrale “Federico II” e probabilmente anche il costante depotenziamento del petrolchimico, stabilendo di fatto quello che dovrà essere lo sviluppo della città nei prossimi decenni.
L’obiettivo, però, è delicatissimo perché - molto più che nel centrodestra - gli equilibri sono fragili, soprattutto a causa della diffidenza nei confronti del Pd, per vari motivi ritenuto corresponsabile di alcuni dei problemi della città. Nel frattempo, però, i democratici hanno ripetuto più volte di essere cambiati ed in effetti, negli anni, più di qualche vecchia conoscenza è rimasta fuori dal partito.
Ma il vero collante di una possibile, sebbene difficile, coalizione allargata di centrosinistra dovrebbe essere il nome del candidato sindaco, che dovrebbe essere capace di tenere insieme partiti e movimenti come Brindisi Bene Comune, Sinistra per Brindisi e, ma questa è una delle incognite più imprevedibili, anche Mdp. Sempre che ad uscire vincente dalla diatriba interna su Brindisi non sia la corrente del consigliere regionale Pino Romano, che ha accolto l’ex Pd Salvatore Brigante e l’ex di Forza Italia Maurizio Colella, e non quella che per prima ha dato vita ad “Articolo 1” a Brindisi, ovvero quella che gravita intorno alla figura di Carmine Dipietrangelo.
Per fare da collante ad una coalizione di tal fatta, tuttavia, serve come detto un candidato sindaco di altissimo profilo, con un carisma tale da andare oltre i partiti che compongono l’alleanza stessa e che sia anche garanzia di legalità e competenza.
Da questo punto di vista, partiti e movimenti sembrano tutti disposti a fare un passo indietro. Innanzitutto il Pd, che già da tempo ha comunicato la propria disponibilità a rinunciare alla scelta del nome del candidato sindaco. E lo stesso pare sia disposto a fare Riccardo Rossi, leader storico della sinistra locale, due volte candidato sindaco.Se, però, il tentativo non dovesse andare in porto, al Pd toccherebbe correre da solo o provare a raggiungere un accordo col tavolo dei centristi - composto da Alternativa Popolare, Udc e Coerenti per Brindisi - e magari anche con il movimento “Brindisi in alto” di Nando Marino oltre che con Impegno Sociale. A quel punto, dunque, oltre al candidato sindaco di Pd e alleati ci sarebbe quello dello schieramento di sinistra, che in questo caso potrebbe essere Rossi come anche una nuova, ma non sconosciuta, figura.
Simile il rischio per il fronte del centrodestra, con Forza Italia che prova a coinvolgere il centro e diversi movimenti moderati ma allo stesso tempo rischia di perdere la parte alla propria destra, ovvero Noi con Salvini, Polo Sovranista ed altri movimenti che potrebbero, nel peggiore dei casi, correre da soli. Come solo correrà, se ci sarà una lista certificata, il Movimento 5 Stelle. A fare la differenze, in qualsiasi degli scenari possibili, potrebbe essere proprio il tavolo di centro, che difficilmente potrebbe puntare alla vittoria delle elezioni amministrative senza riuscire ad accordarsi con nessuno degli schieramenti.