È sciopero al Petrolchimico per la vertenza dei 27 Coemi

È sciopero al Petrolchimico per la vertenza dei 27 Coemi
di Elda DONNICOLA
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Mercoledì 17 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 20:16
Da oggi tutte le tute blu del Petrolchimico sono in sciopero. «Non avendo avuto nell’incontro in Confindustria rassicurazioni relativamente alla continuità occupazionale di tutti i lavoratori della Comi - annunciano i segretari Fiom, Fim e Uilm - si proclama lo sciopero di tutte le aziende metalmeccaniche del Petrolchimico». Non ha sortito, infatti, l’esito sperato l’incontro che si è svolto ieri in Confindustria per ricollocare i 27 lavoratori ex Coemi che hanno operato, fino ad ora, nell’ambito delle manutenzioni elettrostrumentali all’interno del Petrolchimico. A conti fatti gli esuberi sono 15 e tutti rischiano l’espulsione dal mondo del lavoro. E mentre i lavoratori incrociano le braccia, il prefetto Annunziato Vardè chiama, ancora una volta, tutti a raccolta per un vertice questa mattina alle 10.
La tensione davanti alla porta carraia dello stabilimento è andata crescendo a partire da sabato scorso quando lo stato di agitazione proclamato qualche giorno prima ha prodotto i suoi primi effetti. E non poteva essere altrimenti, visto che lo stato di agitazione prevede “solo” il blocco dei turni, degli straordinari e della reperibilità. Dunque, sabato e domenica tutti i lavoratori dell’indotto in maniera solidale hanno incrociato le braccia, inscenando un presidio davanti alla porta carraia e determinando, di fatto, un blocco delle attività delle fermate straordinarie programmate da Eni.
 
La vertenza interessa 27 lavoratori della ditta Coemi che si è occupata delle manutenzioni elettrostrumentali fino alla scadenza del contratto. La gara d’appalto ha messo alla porta Coemi e siglato il lasciapassare per Impes e TsImpianti. La prima si era resa disponibile alla ricollocazione di 5 unità, la seconda diceva di poter arrivare al massimo a 3. Una prima visita al prefetto non è bastata, però, a trovare un accordo. I sindacati, quindi, hanno optato per lo stato di agitazione, che ha mostrato i suoi effetti più evidenti in occasione delle fermate straordinarie programmate da Eni per la centrale Enipower e per l’impianto di produzione di polietilene Pe1.2. La protesta prevista nel fine settimana non è stata una scelta casuale, visto che solo in quei giorni i lavoratori potevano astenersi dal lavoro in quanto non si trattava di lavoro ordinario, bensì di straordinario.
Ieri mattina si è svolto un incontro in Confindustria con le aziende subentranti. Nel frattempo le tute blu non sono rimaste a guardare, anzi e a partire dalle prime luci dell’alba hanno bloccato le attività dello stabilimento impedendo l’entrata e l’uscita dei mezzi dando vita ad una protesta spontanea. Tutti davanti ai cancelli in attesa dell’incontro che si è svolto in Confindustria. Incontro che, però, non ha prodotto i risultati sperati. «Impes - riferisce il segretario di Fiom Maurizio Sancesario - ha dato disponibilità per 4 unità, una in meno rispetto al primo impegno perché ritiene che all’interno della platea non ci sono le professionalità di cui necessita. TsImpianti dà disponibilità per 2 lavoratori a tempo indeterminato e 4 a tempo determinato con scadenza a giugno».
A conti fatti, visto che due lavoratori sono andati via spontaneamente, gli esuberi si contano in 15 unità. «Abbiamo informato i lavoratori sull’esito dell’incontro - riferisce il segretario Fim Michele Tamburrano - continueremo con lo stato di agitazione ad oltranza dei metalmeccanici. Nel frattempo chiamiamo direttamente in causa Versalis affinché si faccia carico del problema mentre ci sembra che fino ad ora si sia defilata e che anzi, faccia pressione sulle aziende affinché garantiscano le attività».
I lavoratori continueranno a protestare ad oltranza. «Sia Impes che TsImpianti - aggiunge il segretario Uilm Alfio Zaurito - non credono di poter attingere dalla platea Coemi a meno che la committente non riconosce un 25% di lavoro in più. Questa storia grida vendetta nei confronti non solo di Versalis, ma anche di Enipower e Basell».
La protesta, grazie alla dichiarazione di sciopero proseguirà anche nella giornata di oggi. Nel frattempo le rappresentanze sindacali cercheranno di ottenere giustizia nell’incontro convocato dal prefetto.
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