Domani la città in piazza contro l’emergenza rifiuti. Ma Ecologica si difende

Domani la città in piazza contro l’emergenza rifiuti. Ma Ecologica si difende
di Francesco RIBEZZO PICCININ
3 Minuti di Lettura
Martedì 23 Maggio 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:36
Continuano ad arrivare adesioni alla manifestazione, voluta da Salute Pubblica e prevista per domani alle 18.30 di fronte al municipio, contro l’emergenza rifiuti. Nelle scorse ore, dopo Cobas, Legambiente, comitato Liberi Cittadini e Movimento 5 Stelle, si aggiungono anche i No al Carbone e gli ex dipendenti Nubile.
Cittadini e associazioni vogliono risposte ma soprattutto chiedono che i servizi siano all’altezza della tariffa pagata attraverso la Tari, tra le più alte in Italia. Allo stato attuale, infatti, la situazione dell’igiene urbana a Brindisi è tutt’altro che idilliaca ed anzi proprio il mese di aprile ha fatto registrare il peggior risultato in assoluto per quanto riguarda la percentuale di raccolta differenziata, con il record negativo non solo dall’arrivo di Ecologica Pugliese ma anche di tutta la storia della città dall’istituzione della differenziata stessa: il 18,61 per cento.
«Il degrado - confermano i No al Carbone nell’aderire alla manifestazione - è sotto gli occhi di tutti, è evidente l’incapacità dell’amministrazione comunale di gestire un problema quotidiano come quello della raccolta dei rifiuti, siamo in continua emergenza con gravi problemi di salute pubblica e uno stato di cose che genera anche danni di immagine alla città per i turisti che la visitano. Inaccettabile inoltre l’invio delle cartelle Tari, una delle più alte d’Italia, con un servizio assolutamente inesistente».
 
L’auspicio è quello di un intervento urgente ma soprattutto «lo sviluppo di soluzioni alternative ai vecchi modelli di gestione rifiuti che guardino alle esperienze virtuose di paesi vicini, senza andare lontano, come quelle di Francavilla Fontana o il comune di Melpignano. Soluzioni innovative e sostenibili, adatte alle dimensioni del nostro territorio che portino vantaggi per le comunità in termini di vivibilità, salute e sviluppo di un’economia sana».
Ecologica Pugliese, però, pur ammettendo le difficoltà, non ci sta a fare da capro espiatorio e ribatte: «È in corso l’organizzazione di manifestazioni di protesta per il degrado in cui verserebbe la città di Brindisi. Da più parti si chiede che il sindaco faccia ricorso all’emissione di un’ordinanza sindacale contingibile e urgente per affidare il servizio a un’azienda diversa dalla Ecologica Pugliese. Si continua, così, ad individuare nel cambio del gestore l’unica soluzione a ogni problema».
Le cose, invece, per l’azienda di Capurso non stanno proprio così. «La situazione della gestione dei servizi di raccolta rifiuti a Brindisi - ammettono - non è ottimale. La Ecologica Pugliese non lo nega. Alcune criticità certamente sussistono, come del resto si presentano in ogni città d’Italia, ma in questo caso vengono enfatizzate e strumentalizzate, probabilmente per fini e per interessi diversi».
La causa principale della grave situazione attuale sarebbe da ricercare nella situazione di «assoluta precarietà» di Ecologica, «con la prospettiva di abbandonare il territorio da un momento all’altro». Una incertezza tale da rendere impossibile «eseguire alcuna programmazione e conseguire risultati migliorativi».
Solo una buona interlocuzione tra gestore e amministrazione, infatti, «sarà possibile realizzare progetti a beneficio della città. Agire in sinergia è una condizione necessaria per ottenere uno svolgimento efficiente di tutte le attività. Ogni parte ha un ruolo fondamentale: i cittadini di ogni quartiere dovranno impegnarsi maggiormente nel rispetto degli orari di conferimento dei rifiuti, l’azienda dovrà garantire il regolare svolgimento delle operazioni di raccolta e spazzamento, il Comune dovrà intensificare l’opera di controllo, anche ricorrendo più di frequente al proprio potere sanzionatorio».
E intanto, annuncia la società, sono stati programmati in collaborazione con la Multiservizi interventi di pulizia radicale quartiere per quartiere.
© RIPRODUZIONE RISERVATA