La crisi dei rifiuti? Per i giudici del Tar è colpa del Comune: annullate le sanzioni

La crisi dei rifiuti? Per i giudici del Tar è colpa del Comune: annullate le sanzioni
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Mercoledì 26 Aprile 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:33
Sono illegittime le sanzioni applicate dal Comune alla Ecologica Pugliese per il mancato raggiungimento del 58 per cento di raccolta differenziata. Ma soprattutto, è l’amministrazione comunale la causa dell’attuale crisi dei rifiuti, avendo ottemperato con molto ritardo alle decisioni del Tar sulla necessità di ricorrere ad una gara d’appalto in attesa della gara unica dell’Aro ed avendo reso, a causa delle penali applicate ad Ecologica, causando «lo svolgimento insoddisfacente del servizio di igiene urbana».
A deciderlo, stavolta entrando nel merito e non solo in fase cautelare, è stato il Tar di Lecce che si è pronunciato nelle scorse ore su un ricorso presentato da Ecologica Pugliese ad “arricchito” da diversi motivi aggiunti.
I giudici, rispetto alle decine di contestazioni, hanno dato quasi sempre ragione ad Ecologica. In particolare, cancellando le penali imposte dal Comune per il mancato raggiungimento dell’obiettivo del 58 per cento di raccolta differenziata, ma anche per il mancato ripristino delle isole ecologiche interrate, trattenute direttamente dal canone mensile. Si tratta, per la precisione, di poco meno di un milione e mezzo di euro per i mesi compresi tra luglio e dicembre 2016.
 
Innanzitutto, fanno notare i giudici, la Ecologica Pugliese aveva contestato il mantenimento di quella percentuale obiettivo, ritenendola «non realisticamente realizzabile» e chiedendo il suo abbassamento al 35 per cento. Contestazioni rispetto alle quali l’amministrazione, secondo i giudici, non avrebbe risposto correttamente, sostenendo che l’accettazione delle condizioni «provocherebbe gravi ripercussioni economiche all’amministrazione comunale».
Salvo poi, nella gara ponte, precisare che l’obiettivo teorico dovrebbe essere il 65 per cento ma aggiungendo che «purtroppo la carenza impiantistica regionale e le ultime vicende inerenti gli impianti di biostabilizzazione della provincia di Brindisi (e non solo) nonché quelle della discarica di Autigno, non consnetono nell’immediato di raggiungere tempestivamente tale percentuale obiettivo». E dunque cosa chiede, il Comune, nella nuova gara? Il 30 per cento nel primo mese, il 37 nel secondo e poi un aumento progressivo fino a toccare il 65 in nove mesi.
Dunque, sottolineano i giudici, il Comune da un lato chiedeva ad Ecologica un risultato elevato, dall’altro riconosceva «implicitamente (ma inequivocabilmente) l’oggettiva impossibilità del raggiungimento immediato, allo stato, di tale obiettivo, invece contraddittoriamente (e quindi illegittimamente) preteso dallo stesso civico ente nei confronti della società Ecologica Pugliese».
Proprio queste penali, insieme alla difficile situazione impiantistica e alle ordinanze contingibili e urgenti di affidamento diretto del servizio ad altre aziende, hanno determinato una situazione che, «protrattasi nel tempo, ha reso, di fatto, inevitabile, sul piano oggettivo, lo svolgimento insoddisfacente del servizio di igiene urbana». E ancora: le sanzioni «hanno pure determinato il ritardo nella corresponsione degli stipendi e le “conseguenti agitazioni del personale”». Un «effetto domino mano a mano sempre più incontrollabile da parte della società Ecologica Pugliese». Considerazioni che hanno spinto i giudici ad annullare anche la determinazione dirigenziale con la quale il Comune ha disposto la revoca immediata del servizio all’azienda.
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