Piano sanitario, si parte: chiusura dei reparti e riduzione degli ospedali

Piano sanitario, si parte: chiusura dei reparti e riduzione degli ospedali
di Maurizio DISTANTE
3 Minuti di Lettura
Martedì 21 Febbraio 2017, 06:31 - Ultimo aggiornamento: 15:29
Dalle parole si passa ai fatti: il piano di riordino ospedaliero varato dalla Regione Puglia e approvato dai ministeri dell’Economia e della Salute ha ufficialmente intrapreso il percorso della concreta messa in pratica, almeno in provincia di Brindisi. La locale Asl, infatti, ha recepito la delibera della giunta regionale che mette nero su bianco i passi da compiere per la prima fase di attuazione del documento che cambierà radicalmente forma e sostanza del sistema sanitario provinciale.
La prima indicazione che la Regione consegna all’azienda sanitaria è quella che vede il 31 dicembre prossimo quale termine di conclusione dei lavori che consegneranno al Brindisino la nuova rete territoriale di assistenza e di emergenza/urgenza, rispettando le prescrizioni contenute nel decreto ministeriale 70, il regolamento recante la definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera. Entro la fine dell’anno in corso, quindi, si dovrebbe avere la riconversione in presidi territoriali di assistenza (Pta), degli ormai ex ospedali Umberto I di Fasano, Ninetto Melli di San Pietro Vernotico e San Camillo de’ Lellis di Mesagne, strutture di competenza dell’Asl di Brindisi.
 
«L’azienda sanitaria di Brindisi – si legge nella delibera che contiene le indicazioni per la riconversione dei presidi - ha già provveduto, nelle fasi di evoluzione del piano regionale di riordino della rete ospedaliera fin qui succedutesi, a dotarsi di progetti di riconversione di ospedali in presidi territoriali. In particolare, sono stati approvati, con le deliberazioni del direttore generale dell’Asl, Giuseppe Pasqualone, i progetti di riconversione delle strutture di seguito elencate: il presidio di Cisternino; il presidio di Ceglie Messapica; il presidio di Mesagne. Occorre uniformare i progetti di riconversione delle strutture sopra elencate, già in avanzata fase di attuazione, salvaguardando le specificità consolidatesi nonché bloccando, laddove tuttora sussistenti, i ricoveri ospedalieri e riconvertendo i posti letto». In soldoni, nelle strutture in oggetto, non sarà più possibile disporre ricoveri finché le modifiche contenute nel piano non saranno ultimate: una volta concluso l’iter di conversione, le attività riprenderanno secondo la nuova struttura organizzativa data dalla Regione all’azienda sanitaria brindisina.
«Con particolare riferimento al presidio Umberto I di Fasano – spiega la delibera - occorre provvedere al blocco definitivo dei ricoveri di Medicina – Lungodegenza, di Pediatria e di Pneumologia nonché alla trasformazione del Pronto Soccorso in Punto di Primo Intervento Territoriale (Ppit); in base allo schema di riordino della rete ospedaliera, presso l’ospedale di Ostuni, classificato quale ospedale di base, sono da prevedere i seguenti posti letto: 16 di Chirurgia Generale, 20 di Lungodegenza, 32 di Medicina Generale, 18 di Ortopedia e Traumatologia, 20 di Pneumologia; si è già provveduto a sospendere, in via provvisoria, dal 31 gennaio scorso, i ricoveri di Pneumologia presso il presidio di Fasano; sin dall’1 gennaio, l’attività anestesiologica nel presidio di Fasano è provvisoriamente organizzata in turni di guardia mediante l’integrazione di prestazioni aggiuntive e dunque con un rilevante impiego di risorse economiche da parte dell’Asl; l’attività di Pediatria presso il presidio di Fasano risulta già da alcuni mesi organizzata, sia pure con caratteri di provvisorietà, h6; nella riorganizzazione della rete dell’emergenza/urgenza della Regione Puglia, è prevista la presenza di una postazione mezzi di soccorso secondario di base presso ciascun Punto di Primo Intervento Territoriale».
Rilevato che il progetto di riconversione dell’ospedale di Fasano in Presidio Territoriale di Assistenza è in fase di definizione più avanzata rispetto a quello relativo agli altri ospedali di competenza dell’Asl interessati dall’analoga procedura e che le condizioni strutturali dell’ospedale di Ostuni favoriscono la realizzazione degli accorpamenti funzionali all’attuazione del piano regionale di riordino della rete ospedaliera, il direttore generale Pasqualone ha disposto l’adeguamento o la soppressione, a seconda dei casi, dei posti letto delle strutture interessate e la rimodulazione dei servizi secondo le disposizioni del piano. Le novità, poi, si estendono anche alla riorganizzazione della pianta organica dei presidi che verrà integrata a seconda delle necessità derivanti dalla nuova impostazione della rete dell’assistenza territoriale brindisina: è prevista, in questo senso, l’assunzione di diverse figure professionali, infermieri e medici su tutti, per soddisfare le specifiche del piano di riordino regionale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA