Sale la tensione tra i lavoratori di Tecnomessapia: «A Bari»

Sale la tensione tra i lavoratori di Tecnomessapia: «A Bari»
di Elda DONNICOLA
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Mercoledì 21 Giugno 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:20
Nove giorni esatti alla scadenza dei contratti tra Tecnomessapia e Leonardo (ex Alenia) e i 175 lavoratori in quota all’azienda di Ceglie potrebbero trovarsi in mezzo alla strada, senza altra alternativa se non la lettera di licenziamento tra le mani. La tensione tra i lavoratori è alta, molto alta. Una catastrofe annunciata che però adesso rischia di portare un migliaio di lavoratori, non solo le tute blu di Tecnomessapia, a protestare a Bari davanti al Palazzo della Regione.
Eppure non è trascorso molto tempo da quando Tecnomessapia ha rasentato persino le 400 unità lavorative. Unità lavorative che corrispondono a persone in carne e ossa che progressivamente e nel giro di poco tempo sono rimaste a casa. Espulse dal ciclo produttivo man mano che i contratti di lavoro a tempo determinato scadevano con lo stesso ritmo con il quale si esaurivano gli impegni tra Leonardo e la società cegliese. Era il mese di dicembre quando è stata formalizzata la cassa integrazione a partire dal 9 gennaio per 106 lavoratori, procedura tutt’ora in corso. E non è una novità neppure il fatto che a giugno a pagare la cosiddetta politica dell’ex amministratore delegato di Leonardo, Mauro Moretti, ci sarebbero state altre aziende e, purtroppo, altri lavoratori. A pochi giorni dalla scadenza dei contratti si denuncia la fondata ipotesi che 175 lavoratori, in pratica l’intera platea Tecnomessapia, restino a casa. D’altra parte vale pure la pena ricordare che l’azienda cegliese è l’ultima rimasta nel sito di Grottaglie che opera in regime di mono-commessa.
 
Di giorni alla scadenza del contratto tra Leonardo e Tecnomessapia ne sono rimasti davvero pochi, pochissimi. E le ipotesi sul futuro sempre più preoccupanti.
La tensione tra i lavoratori comincia a salire sempre di più tanto che è stato proclamato lo stato di agitazione delle tute blu che non pochi problemi sta creando nello stabilimento di Grottaglie mettendo a rischio persino la consegna nei tempi previsti di alcune lavorazioni.
Ma è evidente che non basta. Nella mattinata di ieri era stato ipotizzato di partire oggi alla volta di Bari per chiedere con forza un intervento della Regione. Una ipotesi che nella tarda mattinata è poi stata accantonata, ma solo per ora. «Abbiamo ragionato a lungo con i lavoratori - afferma il segretario Uilm Alfio Zaurito - non possiamo dare vita ad una manifestazione di protesta non organizzata rischiando denunce e quindi peggiorare la situazione. A Bari ci andremo, ma c’è bisogno di qualche giorno per ottenere tutte le autorizzazioni necessarie. Lo stato d’animo tra i lavoratori è molto teso, tra pochi giorni rischiano di essere disoccupati».
Che bisogna andare a Bari per manifestare davanti alla Regione tutto il disagio e il dramma che si sta consumando nell’indotto aeronautico sono convinti anche i segretari di Fiom e Fim. Non sono affatto convinti invece che bisogna andare solo per i lavoratori Tecnomessapia. Va ricordato infatti, che sono trascorse almeno tre settimane da quando i metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil hanno inviato una richiesta di incontro all’assessore Loredana Capone, fino ad ora inevasa. «Se si va a Bari a manifestare - precisa il segretario Fim Michele Tamburrano - non si va solo per i lavoratori Tecnomessapia, ma si va per i lavoratori di tutto il comparto aeronautico. Riconosciamo che in Tecnomessapia c’è un problema, ma dobbiamo farci carico del problema più ampio».
Intanto, è atteso per domai, giovedì, un incontro tra Tecnomessapia e la società “Leonardo” dal quale si spera possa venire fuori un paracadute capace di scongiurare un licenziamento collettivo così ingente. «Vediamo cosa viene fuori da questo incontro - afferma il segretario Fiom Maurizio Sancesario - credo che i tempi siano maturi per organizzare una manifestazione di protesta a Bari, ma Tecnomessapia è uguale a tutte le altre aziende che sono in crisi. Non possiamo andare in Regione e parlare solo di Tecnomessapia. Da mesi rivendico la necessità di scendere in piazza, da mesi rivendico la necessità di svegliare una Regione che, finora, si è manifestata disattenta e questo è molto grave. Il comparto aeronautico in Puglia ha un problema serio e non troviamo il modo per arginare questa situazione».
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