Lo spostamento dei corsi, e degli studenti, nel centro città è certamente una delle novità più importanti: «Si tratta – ha spiegato Giuffrè - di un percorso già scritto, frutto di intese con la giunta precedente: esisteva già una intesa per questa struttura e l’abbiamo confermata. Sappiamo che avere gli studenti nel centro era un vecchio desiderio di tanti e quindi siamo contenti, non c’era motivo per non realizzarlo. Al contempo, abbiamo deciso di lasciare al sindaco che si insedierà la scelta della destinazione d’uso futura di palazzo Granafei Nervegna».
A confermare la volontà del polo universitario barese di continuare un rapporto di collaborazione importante, lo stesso rettore, Antonio Uricchio: «Il consolidamento dell’offerta formativa passa dai corsi già esistenti, a cui si aggiunge il fatto che il corso di economia aziendale avrà finalmente una nuova sede: si tratta di una sede storica, importante e prestigiosa.
Credo che Brindisi meriti una particolare attenzione, con la nostra università che intende proporre un modello con più poli come Brindisi e Taranto, al fine di rafforzare l’offerta formativa sul territorio».A chi chiede se il ridimensionamento del contributo del Comune influirà sull’offerta formativa, il rettore risponde: «Se si abbasserà la qualità? Assolutamente no. L’università di Bari sostiene la propria offerta anche attraverso le proprie risorse, con la possibilità di investire sul territorio. Stiamo anzi progettando lauree professionalizzanti e rafforzando la collaborazione con l’università del Salento per la realizzazione di corsi di laurea interateneo. Credo che anche la Regione Puglia possa anche sostenere Brindisi, quella che considero una importante realtà territoriale”.
Ieri è stata così approvato il cosiddetto “Addendum” alla convenzione del 2015, con l’università che si impegna ad avviare le procedure concorsuali per il reclutamento dei ricercatori; il Comune ha abbassato da 250 mila a 122 mila euro il proprio contributo per il mantenimento dei corsi universitari, a cui si aggiunge l’utilizzo dell’ex convento.