Firmato il decreto: Brindisi perde la Camera di Commercio

Firmato il decreto: Brindisi perde la Camera di Commercio
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 20 Agosto 2017, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 18:55
La gestazione è stata lunga e non priva di ostacoli, ma ora è stata partorita la nuova mappa geografica delle Camere di commercio d’Italia. È dei giorni scorsi il decreto del ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda, che definisce l’assetto territoriale delle Camere che passano da 95 a 60 portando a compimento il processo di riorganizzazione e razionalizzazione partito due anni fa con la riforma Madia. L’obiettivo è stato quello di realizzare un sistema camerale più snello e efficiente in grado di rispondere con maggiore efficacia alle nuove sfide di modernizzazione del Paese.
Si apre ora una nuova fase di progettazione che permetterà agli Enti camerali di assolvere alle nuove funzioni strategiche in tema di digitalizzazione, orientamento e formazione, valorizzazione del turismo e del patrimonio culturale che sono state loro attribuite dal decreto legislativo 219 del 2016.
Il piano riorganizza profondamente il sistema ne razionalizza le strutture producendo contemporaneamente risparmi significativi stimati in 50milioni di euro annui a regime. Il processo di razionalizzazione coinvolge, infatti, anche le aziende speciali che vengono ridotte da 96 a 58, mentre le sedi secondarie scendono del 20% con una riduzione complessiva di un quarto dei metri quadrati utilizzati e la messa a reddito degli uffici non utilizzati. Vengono così “liberati” circa 400mila metri quadrati di immobili. Rivista anche la dotazione organica delle Camere Commercio che nel 2019 sarà di 6.700 unità contro le 8.800 unità del 2016. La ridefinizione delle circoscrizioni territoriali e il processo di razionalizzazione ridefiniscono i punti di riferimento sul territorio, in ragione degli obiettivi e delle strategie comuni, e porterà risparmi importanti: una più razionale riallocazione del personale, maggiori servizi alle imprese.
 
La Puglia perde solo una Camera, passando da 5 a 4, con l’accorpamento di Brindisi e Taranto, che sono state interessate dal provvedimento perché hanno meno di 75mila imprese iscritte. Il nuovo Ente si chiamerà “Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di di Brindisi e Taranto e avrà la sua sede legale a Taranto, in viale Virgilio 152, e una sede secondaria a Brindisi, sulla statale 7, km. 7,300.
Tagliate anche le aziende speciali: la Puglia passa da dieci a sei (due a Bari, una a Lecce, una a Brindisi-Taranto, due a Foggia). Attualmente il personale occupato presso le Camere di Commercio pugliesi, come riportato nel decreto del ministro, corrisponde a un totale di 328 dipendenti, così suddivisi: Bari 141, Brindisi 36, Foggia 66, Lecce 55, Taranto 30.
«La riforma mira ad un maggior dinamismo dell’intero sistema imprenditoriale - si legge in una nota del Ministero - ridefinendone i punti di riferimento sul territorio, in ragione degli obiettivi e delle strategie comuni, e porterà risparmi importanti: una più razionale riallocazione del personale, maggiori servizi alle imprese e una rimodulazione dell’offerta anche in relazione alle opportunità del piano Industria 4.0. Attraverso i commissari ad acta si provvederà ad agevolare l’istituzione delle nuove Camere di Commercio derivanti dagli accorpamenti previsti dal Piano di riordino». Già nominato il commissario ad acta per la nuova Camera di Commercio di Brindisi e di Taranto: si tratta della dottoressa Claudia Sanesi, segretario generale facente funzioni della Camera di commercio di Taranto, che provvederà, così come pure gli altri commissari nominati per accompagnare gli accropamenti, ad agevolare l’istituzione del nuovo Ente previsto dal piano di riordino.
«Il decreto razionalizza e rende più efficiente l’intero settore - ha commentato il ministro Calenda - Si è giunti a compimento di un percorso avviato nel 2016 sulla base della proposta di Unioncamere che ha come risultato un piano complessivo di razionalizzazione delle sedi delle singole Camere di Commercio. La riforma porterà risparmi importanti, una più razionale riallocazione del personale, maggiori servizi alle imprese e una rimodulazione dell’offerta anche in relazione alle opportunità del piano Industria 4.0».
 
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