Formica, Carluccio si difende: «Nessun accordo sottobanco»

Formica, Carluccio si difende: «Nessun accordo sottobanco»
di Francesco RIBEZZO PICCININ
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Sabato 18 Febbraio 2017, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 16:41

«Nessun accordo in stanze segrete tra me e la Formica Ambiente». Si difende da un’accusa che nessuno, almeno apertamente, le ha mosso la sindaca Angela Carluccio che, 24 ore dopo le dimissioni di Michele Errico da consigliere politico e garante della legalità e della trasparenza, convoca una conferenza stampa per spiegare la propria posizione e dissipare possibili sospetti. Una conferenza stampa alla quale era presente, tra l’altro, anche il capogruppo dei Coerenti per Brindisi Pasquale Luperti, da poco uscito dalla maggioranza insieme alla collega Marika Rollo.
«Ho appreso con dispiacere e disappunto - esordisce la sindaca - delle dimissioni del notaio Errico. Non rinvengo, però, motivi o giustificazioni per un passo di questo genere che è arrivato come un fulmine a ciel sereno».
Dopo avere sottolineato l’importanza di Errico per l’amministrazione, la sindaca ricostruisce per sommi capi i contenuti della riunione tra amministrazione e Formica Ambiente per il ripianamento dei debiti nei confronti della società. Per quasi un anno, infatti, tra il 2015 e il 2016, il Comune di Brindisi - come tutti gli altri della provincia - ha smaltito i propri rifiuti nella discarica della Formica Ambiente. Fino ad oggi, tuttavia, non ha mai pagato per quel servizio.
«Se avesse ravvisato - aggiunge poi - sospetti di irregolarità mi sarei aspettata che ne avesse parlato con me. Mi sarei certamente confrontata con lui, come faccio spesso anche per molte altre cose».
Poi, la Carluccio scende nel dettaglio della possibile transazione con Formica Ambiente, che vanta nei confronti del Comune un credito - senza interessi e spese processuali - pari a un milione e 760mila euro. «Il legale rappresentante dell’azienda - spiega la prima cittadina - ha chiesto un incontro per una transazione. Assodato che il servizio era stato effettivamente erogato e che, almeno in parte, le somme per i pagamenti erano già state accantonate, ho ritenuto di incontrare il legale rappresentante per ascoltare la proposta e valutarne la convenienza per il Comune di Brindisi. Avremmo risparmiato, in quel modo, le spese legali e gli interessi, aggravi che peserebbero molto sul bilancio della città». La riunione, sottolinea la sindaca, si è conclusa comunque con un rinvio.
Nessuna decisione, quindi. «Per questo - dice - le parole di Errico mi hanno molto colpita. Il suo ruolo è stato fondamentale per l’amministrazione ma non ho condiviso il suo modo di reagire ai dubbi. Sono curiosa di capire cosa lo abbia spinto ad un gesto così improvviso. Fino ad ora non ho avuto modo ma parlerò con lui. Mi auguro che ci siano i margini perché riveda la sua posizione. Anche perché accarezzavamo l’idea che potesse diventare lui il nuovo vice sindaco, quindi ora siamo davvero spiazzati».


 
La sindaca, tuttavia, sostiene che il notaio era stato invitato alla riunione. Cosa che, invece, Errico continua a negare, spiegando di essersi trovato lì per caso e di essere stato invitato ad ascoltare dal segretario generale. «Tra l’altro - aggiunge - non ha espresso alcun parere contrario rispetto alla possibile transazione».
Ma sulla questione dell’incontro a palazzo di città sono intervenuti anche i vertici della Formica Ambiente. Dopo avere ricostruito il rapporto creatosi tra azienda e Comune, ricordando tra l’altro di avere applicato per i rifiuti dei Comuni brindisini (23mila tonnellate in tutto) un prezzo molto più basso di quello di mercato, l’azienda spiega di essere stata costretta a rivolgersi al tribunale dopo vari tentativi di accordo bonario. Alla fine il giudice, che aveva ritenuto fondate le ragioni di Formica, aveva spinto per un accordo transattivo sulla base dei tre quarti del dovuto, oltre al rimborso delle spese legali. Dopo un primo incontro, l’azienda ha manifestato la disponibilità «a rinunziare completamente agli interessi di mora maturati sin dal 2015, ad addossarsi interamente le spese legali sostenute, rinunciare a tutti i procedimenti in corso nei confronti del Comune di Brindisi, bloccare ulteriori costi legali e rateizzare la restituzione dell’intero debito (solo capitale ed ecotassa) nell’arco temporale che avrebbe fatto più comodo al Comune. Rinunce quantificabili in circa trecentomila euro».
La somma richiesta, al netto di questi “sconti”, era di un milione e 760mila euro. Durante l’incontro “incriminato”, tra l’altro, l’azienda ricorda di avere manifestato «ancora la identica proposta già abbozzata nel precedente incontro». Al che, ricostruisce Formica, «il Comune nella persona del notaio Michele Errico chiedeva qualche giorno di tempo per affrontare la vicenda. Formica concedeva, sempre informalmente, tutto il tempo necessario al comune di Brindisi per fare le più serene valutazioni».
Formica, infine, ricorda di essere stata assolta con formula piena nel processo sul traffico di rifiuti che ha visto la condanna di nove persone e ricorda di avere contribuito «con il proprio operato a limitare la grave crisi che riguarda il ciclo dei rifiuti urbani della provincia di Brindisi».

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