Il museo etnografico salentino, fu indicato nel 2002 tra i più importanti del Mezzogiorno per la ricca esposizione di testimonianze che raccontano la vita di tutti i giorni, nei campi, nelle botteghe, a scuola e nella famiglia in un periodo compreso tra il 1600 e gli inizi del secolo scorso. La preziosa raccolta è frutto del certosino lavoro di ricerca durato la bellezza di 30 anni in giro tra i vecchi contadini da parte di Gerardo Andriulo.
Torneranno ad essere visibili le testimonianze che riguardano la vita di una civiltà passata poco conosciuta dai ragazzi. Ma pure cimeli antichi. Nelle aule della scuola, nel piano sottostante, troveranno posto tra innumerevoli attrezzi, ad esempio le “alcove” dei ricchi e dei poveri (due camere da letto dei primi del ‘900), vecchi girelli dove il bambino “scapulato” andava in tutte le direzioni, tantissimi attrezzi e suppellettili per la casa, una antica ghiacciaia per la conservazione degli alimenti che si raffreddavano con pezzi di ghiaccio comprato nelle apposite rivendite, una rara serie completa di misure locali per le olive, i legumi, le mandorle ed il frumento, la porta d’ingresso di una casa contadina (fine ‘700), arnesi per il fabbro ed il maniscalco.
Un angolo sarà interamente dedicato ad una vecchia classe con i banchi di una volta ed un pallottoliere per le prime nozioni dei numeri (anni ‘30). Un ambiente sarà dedicato alle vecchie cantine, ritrovo serale dei poveri ed all’antica civiltà contadina. In mostra “trajni”, calessi e carri del ‘40. Il pezzo più antico è un vecchio frantoio del ‘600.E poi ancora una “ruota di convento” dove le madri abbandonavano i bambini indesiderati. In esposizione ci saranno attrezzi di tortura usati nei processi dell’inquisizione romana ed una rarissima ghigliottina tipo francese usata a Lecce nei primi anni dell’800. Un autentico tuffo nella storia. All’interno del museo troveranno posto la ricca raccolta di oltre mille conchiglie, 300 e più farfalle ed insetti di tutto il mondo. Ragni fra i più grandi esistenti, armi indios raccolti da Andriulo nella sua lunga permanenza in Amazzonia.
«Questa collezione – dichiara Garganese – nasce dall’amore per la propria terra del geometra Andriulo. Anni di ricerca di reperti raccolti per tutta la Puglia. Una ragione in più per visitare il museo una volta che sarà inaugurato».