La lite social Amati-leghisti attiva le truppe di Salvini

La lite social Amati-leghisti attiva le truppe di Salvini
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Lunedì 21 Gennaio 2019, 12:16
Una polemica politica (e social) come tante? Non esattamente. I toni sono sempre gli stessi di questo frangente storico: acuminati come frecce, a tratti eccessivi. Sullo sfondo però c'è dell'altro, almeno secondo uno dei contendenti in campo: la plastica rappresentazione della macchina comunicativa e del consenso a disposizione di chi oggi governa il Paese. Al centro della contesa social c'è un tema ampiamente discusso: l'abitudine del ministro dell'Interno, il leader leghista Matteo Salvini, a indossare felpe, divise e giubbotti delle forze dell'ordine. Segnale di prossimità e gratitudine, secondo i leghisti. Scelta di cattivo gusto che può persino ridicolizzare la Polizia, a detta dei detrattori.
Nel dibattito s'è inserito allora Fabiano Amati, consigliere regionale Pd, con un post su Facebook: foto di alcuni clown e poi la battuta («Poliziotti che, per rivalsa, si sono travestiti da Salvini»). Un'iperbole, ma chiara nel senso: Amati accosta Salvini a un clown, i poliziotti non sono il bersaglio, ma solo una specie di pretesto. Il post incassa qualche like e commento, poi però viene ripreso sulla propria bacheca da Rossano Sasso, parlamentare barese della Lega: «Poliziotti=pagliacci. A dirlo è un consigliere regionale del Pd della Puglia, la mia regione», con successiva difesa a spada tratta del lavoro e della dignità delle forze dell'ordine. In testa al post, il tag degli uomini-propaganda di Salvini, a cominciare dall'ormai celebre Luca Morisi, colui il quale controlla la macchina del social-consenso leghista. Appena pochi minuti e sulla bacheca di Amati (in calce al post-battuta sui clown e Salvini) si scatena un mezzo finimondo: commenti a profusione in difesa dei poliziotti, attacchi frontali, il tutto - racconta il consigliere regionale dem - da parte di profili facebook non pugliesi e mai annoverati tra contatti, fan e amici di Amati. Il consigliere dapprima replica a qualche accusa, poi si sposta sul post di Sasso e contrattacca.
Tutto finito? No, perché la polemica esonda dai social e diventa scontro ufficiale. In serata, la nota stampa dei parlamentari pugliesi della Lega (Sasso, Roberto Marti e Anna Rita Tateo): «Amati dovrebbe vergognarsi non solo per aver mancato di rispetto agli uomini e alle donne delle forze dell'ordine, che con fierezza indossano le proprie divise, ma di averlo fatto nei panni di consigliere regionale, quindi in qualità di rappresentante di quello Stato che proprio i poliziotti difendono con orgoglio. Dal punto di vista politico questa polemica è l'ennesima riprova che la sinistra è allo scatafascio, in Puglia come a livello nazionale. Se infatti, dopo essersi accaniti contro la nutella, quelli del Pd hanno bisogno di usare il vestiario di Salvini per attaccarlo è evidente che non hanno argomenti da contrapporre alle sue azioni ma insultano per partito preso. Invece di pensare a Salvini e alle sue divise consigliamo ad Amati di pensare al bene della Puglia, che con Emiliano si trova in una condizione disastrosa in più ambiti».
Immediata la replica di Amati: «Io sono sempre dalla parte della Polizia e dei poliziotti, come dalla parte dei poliziotti è l'ironia contenuta nella vignetta che ho pubblicato. Sono, invece, contro chi si veste da poliziotto in un'infinita commedia buffa, solo per fare propaganda e sulle spalle del lavoro e del sacrificio di migliaia di agenti. E per fortuna a compensare questo brutto momento, la Polizia può contare su un grande Capo, il Prefetto Franco Gabrielli. Ma c'è di più: sino a questo momento sono stati Salvini e Bonafede a mettere a rischio, con i loro video, l'incolumità di agenti sotto copertura. Altro che storie. La vignetta significa questo, e non può capirlo solo chi si è fatto prendere da recenti infatuazioni per convenienza politica. Dopo aver pubblicato la vignetta, un deputato pugliese ha taggato con la notizia del mio post i maggiori collaboratori di Salvini (Morisi, Panza, Paganella e Garibaldi). A quel punto la macchina comunicativa della Lega ha diffuso la notizia attraverso i consueti canali di falsificazione, dando mandato agli adepti di invertire il senso della vignetta pubblicata da me: da un messaggio ironico sulle pagliacciate di Salvini farlo sembrare un attacco ai poliziotti e alla Polizia. È così - scrive Amati - è accaduto che sulla mia pagina sono arrivati decine di commenti con senso invertito, rilasciati da adepti rabbiosi della Lega e con eloquio tendente alla diffamazione. Si tenga conto, inoltre, che la maggior parte dei commenti diretti a sostenere il falso, sono venuti da non pugliesi, che non sono tra i miei amici o iscritti alle mie pagine. Salvini sta vincendo la partita elettorale e comunicativa perché ha messo in piedi un sistema comunicativo spregiudicato e molto più efficiente di quella degli altri, utilizzato per divulgare l'indignazione e scagliarla contro chiunque attacchi Salvini e a prescindere dalla verità».
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