Mesagne, No della Prefettura all’intitolazione del parco a Potì

Mesagne, No della Prefettura all’intitolazione del parco a Potì
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Mercoledì 28 Settembre 2016, 08:14 - Ultimo aggiornamento: 14:30
Il nuovo parco "Roberto Potì", realizzato con i fondi della rigenerazione urbana, non potrà più essere dedicato alla vecchia gloria del calcio mesagnese. A mettere in mora il Comune di Mesagne è stata la prefettura di Brindisi che ha ricordato il mancato rispetto dell'attuale normativa.
Di parere contrario il Comune che sta preparando una relazione da inviare in prefettura per cercare di trovare una soluzione al provvedimento governativo. Inaspettata, dunque, per i tanti sostenitori della proposta di intitolazione del parco al compianto Roberto Potì la decisione della prefettura di Brindisi che ha inviato nei giorni scorsi una lettera al primo cittadino di Mesagne, Pompeo Molfetta, spiegando che le motivazioni alla base della richiesta di intitolare il nuovo parco a Roberto Potì “appaiono insussistenti”.
 
L’ufficio di Governo provinciale, infatti, non riconoscerebbe il risultato del referendum popolare e rimanda al Comune la proposta di intitolazione del parco costruito dove un tempo c’era il campo sportivo. Nei prossimi giorni gli uffici comunali invieranno una "memoria" al Prefetto per esporre al meglio le motivazioni poste alla base della delibera di giunta che riconobbe il risultato della consultazione popolare.
Tuttavia, sembra, al momento, piuttosto complicato che la prefettura possa derogare alla legge dello Stato che vieterebbe di intitolare strade, piazze, monumenti, lapidi ed “altri ricordi permanenti situati in luogo pubblico o aperto al pubblico” a persone che non siano decedute da almeno dieci anni. Fatto, in ogni modo, non impossibile poiché gli annali della storia recente annoverano diversi casi di vie e piazze intitolate a persone decedute prima dei canonici dieci anni previsti dalla normativa nazionale.
La candidatura di Potì aveva ottenuto il 27,85 per cento delle 2.283 preferenze. L’ex calciatore del Mesagne aveva raccolto 636 preferenze. Le altre candidature erano state staccate di molti voti. Infatti, il Parco delle Farfalle aveva ottenuto 285 preferenze, il Parco Arcobaleno 149, il Parco della Gioia 112, il Parco Marcella di Leverano, vittima di mafia, 86 preferenze, il Parco Palmira Profilo, vittima di malasanità, 153, il Parco Melissa Bassi 178, il Parco degli Angeli 450, mentre il Parco della rondine Allegra 111. Le schede bianche erano state 5 e 7 le nulle.
Degna di nota una scheda, subito annullata perché la candidatura non aveva i requisiti, su cui qualcuno aveva espresso il desiderio che il parco fosse dedicato a Silvio Berlusconi. Certo, al di là dell'amarezza per la decisione assunta dalla prefettura resta incomprensibile come il comitato organizzatore e, soprattutto, gli uffici comunali che hanno controllato che il referendum popolare si svolgesse secondo le norme di legge siano scivolati su un requisito così basilare.
 
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