Ospedali, strade bloccate per dire di no al piano di riordino

Ospedali, strade bloccate per dire di no al piano di riordino
di Alfonso SPAGNULO
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Domenica 26 Marzo 2017, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 17:56
Non si sono spenti ancora a Fasano gli echi dell’acceso consiglio comunale monotematico sul piano di riordino ospedaliero tenutosi a Fasano venerdì pomeriggio che uno sparuto e indomito gruppo di cittadini è tornato, ieri mattina, nuovamente per strada a protestare.
Questa volta teatro della manifestazione è stata via Nazionale dei Trulli dove è ubicato l’ospedale “Umberto I”. Alcuni manifestanti, con manifesti e striscioni, hanno esternato la loro rabbia per quanto sta accadendo a livello sanitario in città. Hanno anche rallentato pesantemente il traffico e soltanto l’intervento dei carabinieri e della polizia locale ha fatto sì che i disagi non fossero gravi. Infatti il rischio che qualche ambulanza in entrata o in uscita potesse subire le conseguenze di questo sit-in era molto alto. «Il consiglio comunale monotematico non ci ha assolutamente soddisfatti - ha sottolineato Enzo Scarafile, promotore di questa ennesima manifestazione -. In assise abbiamo ascoltato solo chiacchiere. Noi perseguiamo un obiettivo che è quello della riapertura dell’Umberto I fino a quando non sarà operativo il nuovo ospedale Fasano-Monopoli. E fino a quando non ci ascolteranno noi continueremo a protestare. Il 5 aprile prossimo abbiamo previsto una manifestazione, a Bari, sotto l’ufficio di presidenza regionale. Dato che Michele Emiliano non ha voluto venire da noi andremo noi da lui. A noi interessa poco o niente la politica. La nostra è quella del popolo sovrano».
Ecco quindi che non si è dunque placata l’ondata di protesta. Qualcuno ipotizzava che le motivazioni addotte dal direttore generale della Asl di Brindisi Giuseppe Pasqualone con la riconversione dell’Umberto I in Presidio Territoriale d’Assistenza in consiglio potessero bastare. Ma non è così. Anche il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Raffaele Trisciuzzi ha annunciato altre azioni di lotta. A dire il vero ieri mattina erano in pochi a protestare ma si sono fatti sentire.
 
«Il diritto alla salute lo sancisce l’articolo 32 della Costituzione - rimarca Biagio Grassi, altro manifestante -. E su quest’ultima hanno giurato tutti fedeltà. Vorrei anche dire ai dottori che hanno fatto giuramento d’Ippocrate che tocca anche a loro muoversi per rispondere nel migliore dei modi possibile alla richiesta sanitaria di una comunità. Da questi punti bisogna partire e non dai numeri, titoli, protocolli o altro. Tutti parlano di scelte difficili per la comunità, di scelte dolorose. Ma siamo sicuri che prima di denunciare abbiano fatto appieno il loro dovere? Siamo sicuri che medici e politici fasanesi abbiano davvero difeso a spada tratta e sino all’ultimo istante l’ospedale di Fasano? Io reputo di no. Ed ecco quindi che spetta a noi cittadini dire basta a tutto questo». La questione ospedaliera, dunque, continua a tenere banco anche se alla luce da quanto ha dichiarato il direttore generale Giuseppe Pasqualone proprio in consiglio comunale c’è poco da sperare. Il massimo esponente della Asl brindisina è stato chiaro: basta guardarsi indietro. Per l’Umberto I ormai non c’è più nulla da fare e la sua trasformazione in Pta è ormai una realtà. Ad andare a fondo sembra che nessuna protesta possa cambiare lo stato delle cose.
Pasqualone ha chiarito che il futuro della sanità va in una certa direzione e che continuerà a diminuire il numero di ospedali. Infatti pare proprio che nei prossimi mesi saranno apportati ulteriori tagli. Ma Fasano, da questo punto di vista, ha già dato e tanto.
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