In rete video osè della sua ex: 35mila euro di risarcimento o il carcere

In rete video osè della sua ex: 35mila euro di risarcimento o il carcere
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Sabato 28 Ottobre 2023, 21:26 - Ultimo aggiornamento: 29 Ottobre, 09:35

La Corte d’appello conferma la condanna e accoglie la tesi della difesa. Ora un 39enne brindisino condannato per diffamazione (per aver messo in rete un video intimo della sua ex fidanzata) dovrà pagare una previsionale di 35mila euro alla ragazza per evitare il carcere. Il possibile arresto scatterà nelle prossime settimane se la difesa del 39enne deciderà di non presentare ricorso in Cassazione, che potrà pronunciarsi solo su vizi di legittimità.

Risarcimento o carcere

Nel merito in primo e secondo grado è stata riconosciuta la colpevolezza dell’uomo e le responsabilità penali del suo comportamento.

Il giudice della Corte d’Appello di Lecce, così come era già successo nel corso del processo del primo grado, ha subordinato la pena sospesa per l’imputato (incensurato), solo se risarcirà la sua ex per il danno d’immagine subito. Si tratta solo della prima fase, perché la vittima di questa triste vicenda avvenuta qualche anno nel nord brindisino, ha già annunciato che avvierà anche il procedimento in sede civile contro il suo ex, ma anche nei confronti di chi aveva caricato su un provider straniero le immagini. La ragazza è assistita dall’avvocato Antonello Anglani.

I due inizialmente erano imputati nel processo “perché in concorso fra loro offendevano la reputazione della donna e diffondendo su un sito internet, un filmato che ritraeva la ragazza in atteggiamenti intimi con il suo ex fidanzato. Il ragazzo veneto aveva nel 2018 patteggiato una condanna ad una pena di cinque mesi. L’ex fidanzato della vittima di questa triste vicenda invece è stato condannato in primo grado, dal Tribunale di Brindisi ed ora anche dalla Corte d’Appello di Lecce che ha respinto il ricorso presentato dai legali del 39enne. La vicenda, terminata alla ribalta delle cronache nazionali, traeva origine dagli accertamenti della polizia postale di Brindisi e dagli agenti del commissariato di Ostuni. Lavoro degli inquirenti iniziato con la denuncia della vittima, dopo aver scoperto l’esistenza di un suo video in rete, in cui veniva offesa la sua reputazione. Davanti a questa molestia subita, l’unico modo per arginare l’ampiezza della diffusione del filmato, era richiedere l’intervento dell’autorità giudiziaria. Non facile è stata l’attività d’indagine che nella prima fase si è sviluppata secondo una doppia azione: individuare i responsabili di chi aveva caricato il video, e soprattutto cercare in ogni modo di rimuoverlo dal web. Attività quest’ultima non facile per via di quelle che sono le contorte diramazioni dei siti a pagamento.

Il video hard su una piattaforma olandese

Il video hard era stato inserito in una piattaforma telematica olandese, la cui proprietà è australiana. Gli agenti della Città Bianca con la polizia postale riuscirono a interromperne la diffusione. Contestualmente l’avvocato Anglani ha raccolto altri elementi poi depositati durante il processo.


Tanto in primo grado quanto anche dalla Corte d’Appello sono emerse secondo i giudici le responsabilità penali da parte del 39enne. Ora la ragazza è pronta a far valere le proprie ragioni anche in sede civile per l’offesa alla sua reputazione determinata dopo la pubblicazione di quel filmato. 

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