Dopo quello di Rudiae un altro anfiteatro potrebbe tornare alla luce. Gli studiosi: «Scaviamo nelle campagne di Mesagne»

L'area archologica di Muro Tenente
L'area archologica di Muro Tenente
di Tranquillino CAVALLO
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Domenica 21 Ottobre 2018, 12:29 - Ultimo aggiornamento: 19:35

Dopo quello di Rudiae, riportato alla luce negli ultimi anni, un altro anfiteatro potrebbe riaffiorare grazie agli scavi degli archeologi. Il Parco archeologico di Muro Tenente, tra Mesagne e Latiano, potrebbe nascondere, al di sotto del suo terreno, un'altra perla tutta da scoprire. Si tratterebbe di un anfiteatro posto a nord dell'insediamento in un'area depressionaria.
Di tanto sono convinti alcuni studiosi che hanno trovato anche la disponibilità di una ditta barese per effettuare alcuni saggi. Tutto bene dunque? Niente affatto poiché la parte di terreno interessata ricade nella proprietà dei monaci Cistercensi di Latiano che nel 1991, con un'incomprensibile decisione, decisero di distruggere la zona archeologica di loro proprietà per piantarci un oliveto. Oggi per i monaci c'è la possibilità di un riscatto. Soprattutto culturale contribuendo a scrivere la storia di questo sito storico dalle tante meraviglie.
In età ellenistica (IV-III secolo avanti Cristo), l'insediamento fortificato messapico di Muro Tenente controllava un settore strategico di un importante asse stradale che da Taranto toccava la città di Hyrie (Oria), per raggiungere il porto di Brindisi. Elementi caratterizzanti del sito sono gli imponenti resti della cinta muraria che recingono un'area di 50 ettari.

 

«All'interno delle mura di fortificazione, lungo il perimetro settentrionale, in un'area esterna a quella attualmente interessata dal parco archeologico, esiste una depressione del terreno di origine naturale, profonda circa 4 metri, dove si narra di alcune strutture a gradoni che farebbero pensare ad una sistemazione di origine umana » ha spiegato Mimmo Stella, presidente del comitato civico Terra di Mesagne. Gli studiosi e gli appassionati definiscono impropriamente quest'area l'anfiteatro.
Di esso si fa, appunto, riferimento a questa particolare area che insiste all'interno della città murata e che negli anni ha sempre suscitato interesse e suggestione nella fantasia collettiva di studiosi e appassionati. Fantasia e utopia appunto, anche alla luce del fatto che l'area interessata non rientra tra i 30 ettari di terreno di proprietà dei comuni di Mesagne e Latiano in cui insiste il Parco archeologico. Nella discussione è intervenuto, l'imprenditore barese Pasquale De Marco che ha eseguito gli ultimi lavori a Muro con la ricostruzione fedele, fra l'altro, di una casa messapica nella zona settentrionale del Parco. Lo stesso imprenditore si è detto disponibile ad effettuare nella zona interessata alcuni saggi.
«Tuttavia ha precisato Stella - uno degli scogli da superare sarebbe, però, l'autorizzazione dei saggi concessa dalla proprietà di quest'area impervia che pare appartenga ai monaci Cistercensi di Latiano. E allora, quale migliore occasione per i Cistercensi, di riscattarsi con la storia passata di Muro Tenente?».

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