Trattativa per Dema: dopo gli americani
ci provano gli inglesi

Trattativa per Dema: dopo gli americani ci provano gli inglesi
di Elda DONNICOLA
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Sabato 21 Gennaio 2017, 06:36 - Ultimo aggiornamento: 18:42
Come era stato abbondantemente previsto è fallita la trattativa tra la Dema ed il Fondo americano Lcv. E ora ci provano gli inglesi del Fondo Bybrook Capital.
Dema è l’azienda del settore aeronautico che vanta il negativo primato di essere entrata per prima in crisi dopo che Leonardo ha chiuso i rubinetti e stabilito di non rinnovare più i contratti con la società di Somma Vesuviana che operava per la ex Agusta in monocommittenza. Da allora è trascorso più di un anno con il tentativo, fino ad ora non centrato, di trovare un soggetto disposto ad immettere risorse utili alla trasformazione e alla ricollocazione sul mercato.
Era partito alla fine di novembre l’allarme da Somma Vesuviana, dove Dema ha un altro stabilimento che conta circa 500 tute blu, che la trattativa in corso con il Fondo americano Lcv rischiava di fallire. Solo pochi giorni dopo l’amministratore delegato della società Vincenzo Starace era venuto a Brindisi a chiarire la situazione e ad annunciare che l’ingresso del Fondo si sarebbe concretizzato entro Natale.
Le Rsu e i sindacalisti campani ci avevano visto giusto e avevano lanciato l’allarme del fallimento della trattativa utile alla società aeronautica per introitare nuove risorse, cospicue risorse che si contavano in circa 6 milioni di euro.
Era maggio quando Dema annunciò l’avvio della trattativa con il Fondo americano Lcv. L’immissione di nuove risorse nella società aveva l’obiettivo di diversificare la produzione e ricollocare l’azienda sul mercato e così salvare stabilimenti e lavoratori. Ma il meccanismo ad un certo punto si è inceppato e le organizzazioni sindacali di Somma Vesuviana hanno fatto sapere che il Fondo si sarebbe tirato indietro in quanto avrebbe ritenuto Dema una società ad elevato rischio finanziario e lo avrebbe fatto all’ultimo momento visto che il Fondo si sarebbe dovuto insediare il 16 novembre scorso.
 
Il timore di un nuovo fallimento, dopo quello dell’aprile scorso con la Seri, allarma anche i brindisini. Dopo pochi giorni, invece, giunto a Brindisi, l’ad Starace chiarisce che la trattativa non era fallita, che aveva subìto uno stop dovuto al fatto che erano state chieste maggiori garanzie e che queste erano state esibite. Stando alle aspettative di Starace l’operazione si sarebbe dovuta concludere nel periodo di Natale.
È evidente che così non è stato e a nulla è valsa neppure la riunione che si è svolta lo scorso 7 dicembre al Mise. Mercoledì scorso, nel corso dell’incontro che si è svolto presso lo stabilimento “ci è stato comunicato che la trattativa con in Fondo americano Lcv è fallita – riferisce il segretario Fismic Confsal Davide Sciurti – dai primi giorni di dicembre la società sta lavorando con la Banca Morgan Stanley per far subentrare un fondo londinese, Bybrook Capital, e questa trattativa sembrerebbe essere in dirittura d’arrivo. In queste ore si stanno svolgendo incontri a Roma tra la banca d’affari, il fondo e importanti clienti di Dema. La Fismic, ancora una volta, conferma la fiducia al management aziendale e resta in attesa di un ult[/PALLINOBLU]eriore incontro nelle prossime settimane. Nel frattempo dal 24 gennaio partirà la cassa integrazione in deroga che permetterà di proseguire il percorso di rilancio delle attività”.
Per ora di certo c’è che il Ministero dello sviluppo ha convocato un nuovo incontro per il 7 febbraio alle 15.[SIGLA]
E.Don
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