Amori, delitti e intrighi nell'Europa di Carlo V

Amori, delitti e intrighi nell'Europa di Carlo V
di Claudia PRESICCE
5 Minuti di Lettura
Martedì 19 Febbraio 2019, 09:25
La Storia attraverso le storie. L'idea è geniale, ma poco praticata in Italia: se la Letteratura insegue la Storia (o viceversa) entrambe le materie si studiano con maggiore leggerezza ed efficacia, stimolando quel gusto della conoscenza oggi spesso mortificato. È il caso del romanzo storico, quello vero, quello che contestualizzando un'avventura umana racconta un tempo.
È, ad esempio, così che seguendo le peripezie di quattro bambini di nobile stirpe rimasti orfani nell'Europa del primo 500 si finisce per entrare con le loro storie nelle più importanti corti europee del tempo nel romanzo di Cinzia Tani Figli del segreto (Mondadori; 20 euro). Loro sono personaggi immaginari quanto verosimili, ma incontrano futuri imperatori come Carlo V, e regine sfortunate come sua madre Giovanna detta la Pazza che come unica vera follia conobbe solo l'amore. Il libro verrà presentato stasera a Novoli nel corso di un incontro con l'autrice nel Teatro Comunale.
«Scrivo romanzi storici all'americana spiega Cinzia Tani scrittrice, autrice e conduttrice televisiva e leggendo Ken Follet ho trovato molte similitudini con i miei lavori. C'è un canovaccio di storia reale in cui si muovono personaggi veri, nel loro tempo e nei loro luoghi, che accoglie personaggi di fantasia con le loro avventure».

Veniamo quindi a Figli del segreto.

«Questa storia comincia con un omicidio in una famiglia immaginaria: due coniugi assassinati lasciano quattro orfani creando un giallo da dipanare in questo e negli altri due libri che comporranno una trilogia. I quattro bambini rimasti senza genitori, più un fratellastro che si scoprirà in seguito, verranno cresciuti dalla zia che sarebbe una cugina della regina Isabella di Castiglia: da grandi ognuno di loro andrà a vivere in una delle varie corti d'Europa e le racconterà così dall'interno. Si tratta di luoghi fondamentali come la corte delle Fiandre, l'Inghilterra, la Spagna dove nasce Carlo V proprio all'inizio del libro e di cui si racconterà l'Impero».

È questo il primo capitolo di una trilogia che racconterà tutto il 1500.

«Sì, il 26 febbraio uscirà già il secondo libro, Donne di spade e insieme al terzo, che sto scrivendo, racconteranno l'intero secolo in cui si costruiscono le basi dell'Europa di oggi: i paesi coinvolti sono infatti Austria, Germania, Olanda, Belgio, Francia, Inghilterra, Spagna, Italia. Si ritroverà tutto il Cinquecento, le lotte religiose, Martin Lutero, Enrico VIII, Anna Bolena, Giovanna la Pazza, il sacco di Roma dei lanzichenecchi, Solimano il Magnifico, la battaglia di Lepanto, il pirata Barbarossa, l'Invincibile Armata e così via: praticamente chi leggerà la trilogia alla fine saprà tutto del 500».

Carlo V è un imperatore che, insieme a Federico II, sentiamo vicino in Puglia, per l'organizzazione del sistema di torri costiere, per il castello di Lecce a lui dedicato, ecc. Fu a capo di un enorme impero: ma chi era realmente?

«I più grandi uomini dei miei libri sono proprio Federico II a cui ho dedicato Lo stupore del mondo, ambientato in Puglia, e poi Carlo V a cui dedico praticamente questa trilogia. È un uomo affascinante, sicuro, un grande imperatore che riesce anche a delegare con successo. Due sono i suoi eccessi irrinunciabili: il cibo che gli provoca la gotta, e le donne. Alcune gli daranno anche figli illegittimi che non abbandonerà mai, e due saranno importantissimi nella sua vita: Don Giovanni d'Austria che sarà vincitore di Lepanto e Margherita di Parma che sarà governatrice delle Fiandre. Inoltre Carlo d'Asburgo è un grande combattente capace se è malato di farsi portare con la lettiga sul campo di battaglia pur di non lasciare i suoi soldati. È un politico astuto, grande nemico del re di Francia Francesco I che però ammira per il suo coraggio, è un grande cattolico e poi, con un enorme potere in mano, decide di lasciare: piangendo, abdica in favore del figlio e si chiude a vita privata in convento. Quando mai un imperatore che ha creato il regno più grande del mondo lascia il potere? Lo trovo eccezionale, un politico di oggi non lo farebbe mai. Il figlio Filippo II, seppure ingrandirà ancora l'impero, non sarà mai lui. E con la morte di quest'ultimo nel 1598 finirà la vera grandezza degli Asburgo, anche perché il sangue marcirà visibilmente per i tanti incroci tra di loro».

Però Carlo non aiutò mai la madre Giovanna che, ritenuta pazza (perché Filippo il Bello la tradiva abitualmente), restò rinchiusa in una torre anche quando lui avrebbe potuto liberarla.

«Questo racconta come le donne fossero tenute in poco conto a quel tempo, ma ancora oggi lo sono in tante cose. Erano importanti solo per concepire figli maschi, costrette a sposarsi senza amore sin dai 13 anni. Giovanna è un personaggio per me importante, gelosa del marito bellissimo e traditore di cui era molto innamorata, accetta il suo destino perché non si metterebbe mai contro il figlio: avrebbe la possibilità di ribellarsi, ma rispetta la rigorosa gerarchia maschio-femmina. Carlo è l'imperatore che deve tutelare il suo potere secondo i costumi del tempo: la va a trovare spesso, ma non la libererà mai».

La società del tempo emerge attraverso questi racconti, con gli eventi visti da dentro, il ruolo delle donne, dell'amoreMa la Storia si può insegnare attraverso la letteratura? Non sarebbe un approccio adatto ai tempi?

«Assolutamente sì, le date e le tante battaglie si dimenticano presto, le storie restano. In Inghilterra e Francia ci sono libri storici bellissimi e io consiglio sempre agli insegnanti di scegliere dei bei romanzi storici. Da questi attingo molte informazioni per scrivere».

Oltre a quello di Manzoni e a La Storia di Elsa Morante, nella letteratura italiana non spiccano romanzi storici considerabili capolavori.

«Mi viene da aggiungere Il gattopardo. Per fortuna che ne ho trovati circa 350 in altre lingue su questo periodo da cui attingere informazioni. E amo leggere in altre lingue».

In un'epoca di superficialità, approssimazione, un lavoro come questo parla di sacrificio e impegno, oltre che passione. È vero che, oltre che studiare tra mille carte, viaggia anche nei luoghi di cui scrive?

«Sì, le tracce di storia anche lontanissime restano nei luoghi. Anche in Puglia ho ritrovato Federico II, e per questo se non fossi stata in Spagna, a Toledo, non avrei capito la luce, i profumi, le chiese e le piazze, il fiume, il colore delle stagioni, il clima».
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