Addio al prof che amò bici, stelle e studenti

Addio al prof che amò bici, stelle e studenti
di Claudia PRESICCE
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Domenica 20 Maggio 2018, 22:04
 “Lo vedevi sfrecciare lungo i viali che contornano la città barocca o sui bordi delle assolate strade della provincia leccese, con un antiquato casco di gomma sulla testa, in sella alla sua bicicletta un po’ vecchiotta, ma ancora efficiente; come lui del resto…”.

Qualcuno lo ricorderà così, per le sue lunghe corse in bicicletta, infinite fino a qualche domenica fa, che lo avevano fatto entrare anche in questo racconto letterario scritto dal suo collega, il  matematico Domenico Lenzi (in “L’altra giara”). Con la stessa costanza e tenacia di chi si sente parte dell’universo, amava inseguire i suoi sogni interstellari, le missioni spaziali internazionali a cui dal 1988 prendeva parte: e molti lo ricorderanno per il suo sguardo verso il cielo, per le nottate in laboratorio a scrutare gli astri con gli studenti, la sua altra corsa continua che non ha smesso di fare mai.

Si è fermato tutto con il suo ultimo viaggio. Si è spento a 72 anni Sergio Fonti, docente di Astrofisica del Dipartimento di Matematica e Fisica e titolare dal 1994 del corso di Laboratorio di Astrofisica dell’Università del Salento.

Nato nel luglio del ’45, era arrivato nel lontano 1978 all’allora Facoltà di Scienze dell’Università degli Studi di Lecce dopo essersi laureato a Firenze (città da cui proveniva pur essendo di origini calabresi, nato a Cittanova, ma cresciuto in Toscana) in Fisica nel ’74 e dopo alcuni anni di specializzazione all’estero.Il gruppo di lavoro di Astrofisica all’universitàleccese, destinato ad un futuro costellato da tante imprese di enorme valore (Mars 96, Rosetta, Mars Express, Venus Express, BepiColombo, Pasteur, Juice, tutte missioni spaziali internazionali), era nato intorno a lui e al professor Armando Blanco. “Ci ha lasciati improvvisamente – spiega Blanco commosso – dopo l’ictus di un mese fa si era ormai ripreso bene. Mercoledì aveva anche ricevuto una delegazione internazionale di studiosi che, dopo un incontro da lui stesso organizzato a Lecce al Rettorato sulla missione spaziale Rosetta, sono andati a trovarlo a Ceglie dove era ricoverato ed era apparso in buone condizioni. Pur essendo andato in pensione infatti lui ancora lavorava e seguiva personalmente tante cose, tra cui questa missione europea che studia una cometa con un piccolo Rover depositato sopra. C’è un nostro strumento che serve a fare delle misurazioni spettroscopiche, cioè guardare i minerali, le molecole, i materiali di questa particolare cometa. L’incontro leccese l’altro ieri serviva per fare il punto sugli ultimi dati”.Lo strumento di Unisalento è nello spettrometro “Virtis” che è stato utilizzato anche per analizzare il pianeta Venere.

“L’altra grande impresa che abbiamo fatto è stata la missione ‘Mars Express’ ormai conclusa – continua Blanco – che anni fa arrivò su Marte, girandogli intorno ed esaminando i materiali, misurando molecole e materiali vari. Erano missioni europee e Fonti era molto coinvolto per la parte ottica e scientifica: lui partecipava dal punto di vista tecnologico spaziale all’aspetto ottico degli strumenti, oltre a curare l’analisi scientifica dei dati”.

L’avventura leccese cominciò dopo un’esperienza a Londra. “Era il ’78, io ero già qui quando arrivò Sergio – continua Blanco con voce commossa – era stato all’Università di Leeds e poi al Queen Mary College di Londra come borsista per l’agenzia spaziale europea, l’ESA. Sin da subito abbiamo lavorato insieme ad infiniti esperimenti di planetologia e astrofisica, in laboratorio e sempre, eravamo amici oltre che colleghi. Lui ha continuato, fino a qualche settimana fa, a portare avanti il Laboratorio di astrofisica di Lecce, continuando sempre il suo lavoro perché era molto appassionato e determinato ad andare fino in fondo”.

Al suo attivo Fonti aveva oltre 200 pubblicazioni, soprattutto sulla produzione e lo studio in laboratorio di microparticelle analoghe a quelle interstellari ed interplanetarie, da studiare allo scopo di determinare la composizione e le proprietà fisico-chimiche delle polveri cosmiche. Prosegue Blanco: “Le ultime scoperte sulla missione Rosetta sono state fondamentali e i suoi scritti sono stati ripresi da pubblicazioni internazionali importantissime come ‘Nature’ e ‘Science’ , ma anche sul metano su Marte ha scritto cose importantissime”.

Ma Fonti era anche “un ciclista appassionato e la domenica arrivava a farsi anche 100 chilometri con grande impegno, la stessa cocciutaggine che ha messo nel lavoro e nella didattica – conclude Blanco – la sua disponibilità con gli studenti era ancora maggiore che con i colleghi, lo adoravano, era un vero signore, fino in fondo: i nostri pochi studenti sono stati sempre molto coccolati da tutti noi, ma lui in particolare li aiutava moltissimo. Poi siamo andati in pensione entrambi, ma lui ha continuato ancora, sempre con la stessa passione. Siamo stati un bel gruppo di lavoro, abbiamo girato il mondo insieme, abbiamo passato nottate nei laboratori e fatto tante cose che fanno gli scienziati senza essere neanche molto capiti all’esterno. E la notte non c’erano straordinari, lavoravamo solo per pura passione per la ricerca. Oggi del gruppo restano Vincenzo Orofino, poi la nostra discepola Francesca Mancarella, molto brava che Fonti ha cercato fino alla fine di strappare al precariato, e la ricercatrice Marcella D’Elia, che è anche un tecnico,anche lei molto molto valida”.

Il racconto di Lenzi su Fonti, citato nell’incipit, si chiude con un’immagine che riletta oggi dà i brividi: “Sono certo che presto una spinta più decisa farà schizzare la possente bicicletta di Sergio sulle rossicce e desolate lande marziane. E chissà che lassù non ci siano ad attenderla (per carità, solo la bici!) Raimondo Anni e tanti altri colleghi e amici che hanno contribuito a far crescere e decollare l’Università del Salento”.
 
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