Diciassettenne ucciso, convalidato il fermo: «Il 16enne ha teso trappola mortale»

Mario Morelli
Mario Morelli
di Francesco Faenza
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Domenica 9 Ottobre 2016, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 20:38

Il gip del Tribunale per i Minorenni di Bari Patrizia Famà ha convalidato il fermo del 16enne accusato dell'omicidio di Mario Morelli, ucciso a San Severo il 6 ottobre scorso e del tentato omicidio di un amico coetaneo. Il giudice ha emesso quindi un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, riconoscendo le aggravanti della premeditazione e dei futili motivi. Stando alle dichiarazioni di testimoni e ai video delle telecamere di sorveglianza presenti sul luogo del delitto, l'assassino - e' scritto nel provvedimento restrittivo - ha "messo in atto una vera e propria esecuzione" attirando la vittima in una "trappola mortale". Movente dell'agguato sarebbe stato un litigio per gelosie dovute a rapporti fra la vittima e la fidanzata dell'assassino, sorella del ferito, che il 16enne non avrebbe gradito. Nell'udienza di convalida l'indagato, difeso dagli avvocati Massimo Roberto Chiusolo e Matteo Tenace, ha ammesso gli addebiti spiegando però di aver reagito ad offese verbali da parte delle vittime e al lancio di un casco. Circostanze tuttavia smentite dalle indagini (testimonianze e video). Nell'ordinanza il gip sottolinea inoltre, nel confermare la sussistenza delle esigenze cautelari, "l'atteggiamento sfrontatamente criminale del minore" e il pericolo di reiterazione del reato per "la circostanza allarmante del possibile reperimento di armi in ambito familiare".



Il ragazzo che ha ucciso Mario Morelli ha 16 anni, è il figlio di un pregiudicato esponente di spicco di un clan del Foggiano: dopo 36 ore di latitanza si è presentato al commissariato di polizia di San Severo accompagnato dai suoi difensori, Massimo Roberto Chiusolo e Matteo Tenace.
Il fatto è che Mario Morelli era innamorato della sorella del suo amico, quello che era con lui in piazza e che è rimasto ferito nella sparatoria. Il figlio del boss anche. La fanciulla pare avesse un debole per l'ebolitano. Aveva scelto Morelli. Voleva fidanzarsi con Mario. Il baby killer non ha accettato l'affronto. La lite tra minori è nata in maniera banale. Una parola tira l'altra. Uno sfottò dopo l'altro, i ragazzi si sono fronteggiati. Per una ragazza come tante. Non per Mario. Non per il figlio del boss. Il diverbio è esploso alle 22,30 di giovedì sera, nella piazza di San Severo. Parole grosse, insulti, spintoni.

Qualche minuto dopo è tornata la calma. Sembrava finita lì, gli animi si erano tranquillizzati. In piazza del Carmine, i ragazzi sono tornati al bivacco tradizionale. Una birra, una sigaretta e risate intorno a chiacchiere spesso banali.
Un'ora dopo, il dramma. Il figlio del boss è tornato in piazza, con la faccia da bullo e la pistola in pugno. Ha impugnato l'arma, l'ha puntata verso Mario e il suo amico. Ha fatto fuoco, senza indugio. Ha sparato verso il rivale in amore. Ha colpito Mario e il suo amico.

Morelli ha avuto la peggio, è stato raggiunto all'addome. Quattro colpi di pistola. Per ristabilire la legge del più forte. E trascorrere in galera una buona parte della giovinezza. Morelli non ha avuto scampo.