Tami, dispersa nell'Oceano per 41 giorni e "salvata" dalla voce del fidanzato morto

Tami, dispersa nell'Oceano per 41 giorni e "salvata" dalla voce del fidanzato morto
Tami, dispersa nell'Oceano per 41 giorni e "salvata" dalla voce del fidanzato morto
di Federica Macagnone
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Martedì 8 Maggio 2018, 22:27 - Ultimo aggiornamento: 10 Maggio, 17:13
Nell'esistenza di Tami Oldham Ashcraft c'è un prima e un dopo. I 41 giorni di disperazione assoluta vissuti in solitudine su uno yacht semidistrutto e alla deriva nel mezzo dell'Oceano Pacifico le hanno spezzato la vita in due, cambiandole per sempre la prospettiva del mondo. Non aveva speranze, Tami, ed era sul punto di lasciarsi andare. Poi, come una luce che si accende all'improvviso, in uno stato di semi-allucinazione ha sentito dentro di lei la "voce" del suo fidanzato Richard Sharp, morto risucchiato dalle onde durante il disastroso uragano che li aveva colpiti durante la traversata. Una voce che continuava a ripeterle di non mollare, di lottare, di vivere Una voce che l'ha salvata, dandole la forza di non arrendersi e arrivare alle Hawaii, dove è stata soccorsa in condizioni pietose e riportata alla vita. Era l'ottobre 1983. Ora la sua storia, che alcuni anni dopo Tami ha raccontato nel libro "Red Sky In Mourning", è diventata un film: Adrift (Alla deriva) uscirà il 1° giugno negli Stati Uniti, interpretato da Sam Claflin nei panni di Richard e da Shailene Woodley nei panni di Tami. 

Tami aveva 23 anni, Richard 34 e già da un anno e mezzo si occupavano insieme di imbarcazioni, consegnandole a destinazione o riparandole, e avevano accumulato l'esperienza di 50mila miglia di navigazione. Quando accettarono di portare il lussuoso yacht Hazana da Tahiti al ricovero invernale di San Diego, in California, a 6.600 km di distanza, non sapevano che quella scelta sarebbe stata la più catastrofica della loro vita: durante il viaggio furono investiti in pieno dall'uragano Raymond, tra i più terribili che si ricordino, Richard venne risucchiato in fondo all'Oceano e l'imbarcazione si ribaltò imbarcando acqua e subendo la rottura dell'albero delle vele. Quello che venne dopo è una storia intrisa di disperazione, resurrezione, coraggio e colpi di fortuna. Tami, a cui Richard aveva ordinato di ripararsi sottocoperta, riprese conoscenza dopo 27 ore: da quel momento in poi visse tutti gli stati d'animo che un essere umano può provare in condizioni così estreme e apparentemente già segnate. Con una grave ferita alla testa e una forte perdita di sangue, annichilita dal dolore per la morte di Richard, era come paralizzata, in uno stato di semi-incoscienza che la spingeva a lasciarsi andare e raggiungere il fidanzato in fondo al mare. Poi il miracolo: la "voce" di Richard che la incoraggia, in altre occasioni la "voce" dei genitori che la sostengono. Tami le sente davvero quelle voci, e quella lucida follia si rivelerà la sua salvezza, le darà la forza e il coraggio per industriarsi e raggiungere al 41° giorno le Hawaii. Un viaggio nell'Oceano infinito, un viaggio nell'animo, ancora più infinito. 

Lo stress legato a quella incredibile esperienza è durato a lungo. Solo dopo anni, una volta sposata e avuto un figlio, Tami ha trovato la forza per scrivere "Red Sky In Mourning": per lei è stato come una guarigione. Nella sua mente c'è sempre l'ultima "voce" di Richard che ha sentito mentre arrivava alle Hawaii: "Sarò sempre con te". E ancora oggi c'è una "rivelazione" che la accompagna e che la aiuta più di ogni altra cosa, come scrive lei stessa ricordando i momenti dell'approdo finale: «Mentre sorge l'alba e la nave di soccorso mi sta venendo incontro, so che il mio incredibile viaggio contro tutte le probabilità mi ha sicuramente insegnato una cosa. Anche nelle nostre ore più buie, anche nel deserto, davvero, non siamo mai soli».
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