Pensioni, uscita con anticipo di 3 anni e 7 mesi a 63 anni

Pensioni, uscita con anticipo di 3 anni e 7 mesi a 63 anni
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Lunedì 12 Settembre 2016, 15:19 - Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 07:42

L'Ape, l'anticipo pensionistico, potrà essere chiesto dall'anno prossimo a partire dai 63 anni di età e quindi a 3 anni e 7 mesi dal pensionamento di vecchiaia. Lo hanno riferito i sindacati dopo l'incontro con il Governo, spiegando che questa è una «mediazione arrivata oggi». Il periodo di sperimentazione del sistema dovrebbe essere di 2 anni. Per le categorie disagiate, per le quali l'anticipo dovrebbe essere sostanzialmente gratuito, dovrebbe essere fissato un limite dell'importo della pensione a 1.200 euro netti.

Potranno quindi uscire dal lavoro nel 2017 coloro che sono nati fino al 1954, una volta compiuti 63
anni. Per chi ha un lavoro l'anticipo sarà pagato con rate di ammortamento sulla pensione mentre, per coloro che sono disoccupati e non hanno ammortizzatori sociali, l'anticipo sarà gratuito (purché l'importo della pensione non sia superiore ai 1200 euro netti).

Nell'incontro di oggi con il sottosegretario Tommaso Nannicini - secondo quanto hanno spiegato i sindacati - si è discusso anche di ricongiunzioni tra i periodi assicurativi in diverse gestioni che dall'anno prossimo non dovrebbero essere più onerose. Dovrebbero allargarsi le maglie, inoltre, per quanto riguarda le attività usuranti facendo rientrare probabilmente categorie come quelle dell'edilizia, maestre d'asilo e degli infermieri. Si è parlato poi dei lavoratori precoci e dell'aumento delle pensioni più basse confermando l'intenzione di intervenire con la somma aggiuntiva, la cosiddetta quattordicesima per coloro che hanno redditi personali complessivi fino a mille euro al mese.

Sull'anticipo pensionistico «io sono fiducioso e mi auguro che all'inizio della prossima settimana, quando ci sarà un ulteriore incontro con le segreterie confederali, si essere abbastanza vicini a una definizione precisa di questa materia». Lo ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Paoletti. Il ministro si è detto fiducioso su una condivisione con i sindacati: «Lavoro per questo - ha detto - e poi naturalmente ognuno mantiene la propria responsabilità, alla fine della discussione ognuno esprimerà il proprio grado di soddisfazione. Poiché parliamo di molte cose, dell'ape, della ricongiunzione onerosa, può darsi che qualcuno sia pienamente soddisfatto per
la soluzione che adottiamo per una parte e non esserlo per qualcos'altro».


 

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