I Bastardi di Pizzofalcone non valgono Schiavone

Marco Giallini è Rocco Schiavone
Marco Giallini è Rocco Schiavone
di Marco Castoro
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Martedì 10 Gennaio 2017, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 21:52
Quasi 7 milioni di media per la prima puntata di I Bastardi di Pizzofalcone, un successo di ascolti addirittura superiore all'altra fiction della rete ammiraglia di Viale Mazzini trasmessa la sera prima. Ma se Che Dio ci Aiuti è alla quarta stagione (5.949.000 spettatori pari al 23.2% di share lo score della puntata d'esordio), per la fiction che ha come protagonista le vicende dell'ispettore Lojacono, interpretato da Alessandro Gassmann si tratta di una lussuosa new entry: 6.944.000 telespettatori, share 25.52%. Un risultato ottimo per Raiuno, degno delle fiction che collezionano più ascolti. In verità va detto che Canale 5 non è che abbia offerto come competitor Bonolis o la De Filippi, ma il film Andiamo a quel paese (16%). Un titolo che la dice lunga su come sia andata a finire. Per la prima rete Rai ottime performance anche per i programmi precedenti, a cominciare dai 5,8 milioni (26,16%) dell'Eredità e agli oltre 6,6 milioni del Tg1 (25,57%). Come al solito la colonnina degli ascolti è scesa con la messa in onda di Affari Tuoi.

Ma il vero confronto che tutti aspettavano era quello tra Giuseppe Lojacono detto il Cinese e Rocco Schiavone: un ispettore contro un vicequestore. Quest'ultimo interpretato da Marco Giallini, reduce da un successo, di share e critica, quasi inaspettato su Raidue. Ebbene la sfida - seppure non negli ascolti (anche se gli oltre 3,6 milioni e il 14,4% di Raidue valgono i 7 milioni di Raiuno. Con tra l'altro come competitor Solo, una delle fiction di punta di Canale 5) - sembra essere proprio a vantaggio di Schiavone. Le trame - tutte tratte da i due bestsellers che hanno ispirato le serie - si assomigliano, dal punto di vista delle indagini, seppure cambia il contesto. Ma solo dal punto di vista geografico. Perché entrambi gli eroi sono reduci da inchieste interne che hanno fatto sì che venissero trasferiti per punizione. Quindi sia Lojacono sia Schiavone vivono in cattività, ma confermano di essere dei leader e soprattutto di non aver smarrito il fiuto del poliziotto bravo.

Tutti e due sono alle prese con dei compagni di lavoro alquanto anomali e con storie travagliate pure negli affetti. Sia Gassmann sia Giallini hanno dato vita a due interpretazioni importanti, seppure il primo non sia proprio a suo agio nell'interpretare Lojacono. Ma non perché non sia bravo, tutt'altro, bensì in quanto l'attore ha più volte detto che l'ispettore non gli somiglia proprio. Essendo un uomo troppo chiuso. E Gassmann si sa dà il meglio quando ci sono personaggi più imprevedibili. Tanto per fare un esempio il sacerdote di Se Dio vuole, un film che lo ha visto proprio al fianco di Giallini. Come ispettore Lojacono invece Gassmann è sicuramente più ingessato. Parla a mezza bocca per darsi un tono, al contrario di Giallini, a cui Schiavone calza che è una meraviglia. Fuori dagli schemi, spesso incazzoso e con un aureola di fumo che lo accompagna sempre, anche nei paesaggi più naturali e incontaminati della Val d'Aosta. Per entrambi le trame prediligono il giallo investigativo a quello di azione, e le scene sono un po' troppo riflessive. Emozionano poco. Soprattutto i Bastardi. Ma siamo alla prima, vedremo se ci stupiranno nelle prossime puntate. Non sarà facile visto che in Italia, si sa, i detective più amati sono Montalbano e Don Matteo, i cui casi da risolvere non sono pericolosi e movimentati come quelli delle serie delle squadre speciali.
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