Ius soli, negata ai leghisti la piazza di don Tonino. «L’accoglienza non si tocca»

Ius soli, negata ai leghisti la piazza di don Tonino. «L’accoglienza non si tocca»
di Maurizio TARANTINO
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Venerdì 8 Dicembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 15:50
Niente piazza per i leghisti di Matteo Salvini. Specialmente se intitolata a don Tonino Bello. Il sindaco di Alessano, Francesca Torsello, dice no ad un’iniziativa contro lo ius soli ed è polemica. Con i leader leghisti regionali e salentini che reagiscono e lo scontro che diventa totale. L’iniziativa, programmata per domani nel piccolo centro del Sud Salento, si farà, ma in un’altra piazza. «Per salvaguardare la memoria del vescovo di Molfetta che dell’accoglienza ha fatto il suo insegnamento principale», ribattono dal Comune.
Pomo della discordia: il provvedimento che dovrebbe dare la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia. Il movimento “Noi con Salvini” ha lanciato una raccolta di firme contro lo ius soli proprio ad Alessano. Una provocazione per la prima cittadina che ha chiesto di trovare una nuova sistemazione logistica per la petizione. «Piazza Don Tonino Bello è dedicata ad un profeta dell’accoglienza - ha scritto la Torsello - e ha dedicato la sua vita e il suo apostolato ai diritti degli ultimi e dell’integrazione. La manifestazione richiesta appare, in quel luogo e proprio nel 25° dalla nascita, irrispettoso del vescovo della Pace». 
Una scelta, aggiunge il sindaco, dettata da motivazioni ideali molto forti. «La nostra decisione - ha sottolineato il sindaco - si inserisce in un percorso di accoglienza da tempo portato avanti dall’intera comunità, in cui esiste uno Sprar e che assegnerà la cittadinanza onoraria di Alessano ai figli di immigrati che nasceranno da residenti nel Comune. Nel nome di Don Tonino Bello, universale simbolo di fraternità, abbiamo voluto dare un segnale forte e di indiscutibile valore rispetto ai tentennamenti della politica nazionale».
Lo stop alla concessione della piazza non ha scoraggiato gli organizzatori tra cui il coordinatore provinciale del movimento, Leonardo Calò.
 
«Ad Alessano il sindaco Torsello, evidentemente confonde l’amministrare in nome di una comunità, con spirito aperto e democratico, con il regnare in uno stato ideologico e totalitario - scrive il coordinatore provinciale - vietarci l’utilizzo di una piazza senza motivazioni reali ma con mere ragioni ideologiche è un atto aberrante ed illegittimo. Saremo, comunque, ad Alessano per manifestare, per ascoltare e rappresentare i cittadini liberi che non si riconoscono nel pensiero marxista del sindaco Torsello. Abbiamo chiesto di utilizzare il piazzale dedicato a Falcone e Borsellino. Se non avremo l’autorizzazione per il gazebo, faremo un volantinaggio per la città che non richiede l’occupazione di suolo pubblico. Chiederemo spiegazioni di questo comportamento direttamente al prefetto e al ministero dell’Interno». 
E anche il consigliere regionale, Andrea Caroppo, da poco approdato nei ranghi della Lega, ha usato parole poco tenere nei confronti della Torsello: «È estremamente grave che un sindaco vieti l’espressione di un’opinione diversa dalla sua su un tema del quale il Paese discute ed è oltraggioso che lo faccia strumentalizzando la memoria condivisa di don Tonino Bello: anche noi siamo per gli “ultimi” e per “l’integrazione”, ma il testo del disegno di legge non c’entra assolutamente nulla né con gli ultimi né con l’integrazione né con don Tonino Bello. Un oltraggio, questo sì, alla memoria del vescovo salentino. La democrazia è stata violata, faremo un’interrogazione parlamentare».
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