Da pajare a residenze di lusso: 34 indagati, immobili sequestrati

Da pajare a residenze di lusso: 34 indagati, immobili sequestrati
di Alessandro CELLINI
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Martedì 16 Gennaio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 21:52
Pajare pronte a diventare residenze di lusso; un territorio prevalentemente agricolo destinato ad ospitare turisti in edifici in cemento armato. È su questi presupposti che poggia l’inchiesta della Procura di Lecce, che ha ottenuto dal giudice per le indagini preliminari Michele Toriello il sequestro preventivo di dieci immobili intestati ad altrettanti proprietari nel territorio di Alliste. I sigilli sono stati apposti ieri dagli agenti della polizia provinciale. Sono complessivamente 34 gli indagati: tra questi, anche l’ex vicesindaco Antonio Venneri e l’attuale dirigente del settore Urbanistica del Comune di Alliste, Luisella Guerrieri. E poi architetti, ingegneri, geometri. Tutti accusati di lottizzazione abusiva, opere eseguite in assenza di autorizzazione o in difformità da essa, e distruzione o deturpamento di bellezze naturali, nell’ambito del progetto denominato “Abaco dei Trulli”, finalizzato alla riqualificazione della campagna circostante. La Guerrieri risponde anche del reato di abuso di ufficio.
Il sequestro, richiesto e ottenuto dal procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone, è parte integrante di una inchiesta che affonda le sue radici nell’autunno del 2016, quando furono avviati i primi accertamenti su oltre duemila pajare lungo la marina di Capilungo. Gli approfondimenti della polizia provinciale portarono a una prima informativa, finita sul tavolo del pm Mignone. Da lì, la Procura ha stretto il cerchio e individuato proprietari e progettisti di un ristretto numero di immobili.
Le conclusioni cui è giunto il gip Toriello nel motivare il decreto di sequestro preventivo sono dure e nette, pur essendo ancora nella fase delle indagini. Ma il giudice considera «illegittimo» il progetto in questione, approvato dal Consiglio comunale nel 2009, poiché «volto ad imprimere una non consenita riconversione a finalità turistiche e residenziali dell’ampio e pregevole territorio e paesaggio agricolo-ambientale della Serra di Alliste degradante verso il mare Ionio, incompatibile con la destinazione “agricola” che il Piano regolatore generale prevede della suddetta zona». Il progetto ha poi consentito una «inconcepibile e dunque macroscopicamente illegittima variante del vigente Prg».
 
Ma cosa sarebbe successo alla campagna del Basso Salento, in seguito all’avvio del progetto “Abaco dei Trulli”? Una trasformazione notevole, secondo le accuse. Antiche pajare e i cosiddetti “caseddhi” mutati in strutture che nulla hanno a che fare con il territorio. Oltre al danno la beffa, dunque: perché le opere in questione sarebbero state realizzate in totale difformità dai permessi di costruire, che pure - sottolinea il gip - risultano illegittimi: a fronte di un progetto che prevedeva l’uso di materiali naturali tipici locali, solai a volta e l’impiego di tecniche costruttive locali, i proprietari avrebbero «realizzato opere totalmente in muratura e cemento armato di tipo intelaiato, con coperture di solai piani del tipo latero-cementizio».
Il sequestro appare dunque l’unica strada possibile per accertare la verità e “cristallizzare” la situazione: secondo il gip, infatti, «la libera disponibilità dell’area sulla quale insistono le realizzate/realizzande opere illegittimamente autorizzate potrebbe arrecare ulteriore e definitiva compromissione al bene giuridico protetto dalle norme violate».
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