Lega: «Marti ha tradito». È il giorno delle accuse e dei veleni

Lega: «Marti ha tradito». È il giorno delle accuse e dei veleni
di Antonio GRECO
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Martedì 19 Marzo 2019, 09:33
di Antonio GRECO
Alto tradimento. È il giorno delle accuse e dei veleni in casa della Lega all'indomani del clamoroso flop alle primarie del centrodestra leccese. «Sono figlio di un tradimento politico» sbotta il segretario cittadino Mario Spagnolo all'indomani della pesante mazzata rimediata alle urne, appena 485 voti, un 7% e spiccioli che fa rabbrividire i leghisti di casa nostra, fino a pochi giorni orsono baldanzosi e con il vento in poppa che continua a soffiare forte da Roma. Spagnolo ha atteso giusto qualche ora per convocare in fretta una conferenza stampa e per puntare l'indice contro chi si sarebbe disimpegnato dirottando i voti verso altri candidati. Nel mirino finisce il senatore Roberto Marti, esponente di spicco del partito. Spagnolo evita di citarlo ma traccia un identikit ben preciso. Parla del «senatore di Lecce». E rimarca il mancato o parziale impegno «di chi in questa città ha avuto la fortuna di candidarsi lo scorso anno alle politiche». Facile fare due conti. Non c'è bisogno di un ragioniere. All'appello mancano diverse centinaia di voti. «La matematica non è un opinione afferma Spagnolo I numeri parlano da soli: o sono morti tutti gli elettori che un anno fa hanno votato la Lega, oppure si sono trasferiti all'estero, o non è da escludere che siano andati da altre parti, votando altri candidati». Ed è questa, secondo Mario Spagnolo, spalleggiato dalla segretaria provinciale Elisa Rizzo, l'ipotesi più verosimile. Voti che potrebbero essere andati in dote in particolare al coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Saverio Congedo, il vincitore delle primarie leccesi. Il coordinatore regionale del partito Andrea Caroppo prende atto e non si scompone: «Non si è trattato di un fulmine a ciel sereno. Le voci in questo senso circolavano da tempo ammette Che i voti della Lega e delle civiche siano stati dirottati altrove è un dato di fatto». Un film già visto secondo il numero uno dei salviniani in Puglia: «Era già accaduta la stessa cosa a Palazzo Carafa quando Prima Lecce (civica di riferimento del senatore leghista, ndr) decise di andare in soccorso del sindaco Salvemini e in occasione delle elezioni del presidente della Provincia allorquando Marti venne accusato di aver appoggiato il candidato del centrosinistra: tre anomalie». Tre indizi che fanno una prova secondo Caroppo che porterà la questione «all'attenzione della segreteria nazionale del partito». E intanto giunge pure qualche spiffero legato ad un possibile commissariamento della segretaria regionale. «Mi pare che i problemi siano altrove», taglia corto il coordinatore. Proprio domenica mattina il senatore Marti ha mostrato pubblicamente il suo voto a Spagnolo che aveva già dichiarato di sostenere: «Io voterò Spagnolo candidato della Lega. Le mie civiche accanto agli altri candidati? - aveva detto qualche settimana fa - Vi toglierete tutti i dubbi quanto vedrete i voti nelle urne». E nella giornata di ieri Marti ha scelto il silenzio: nessuna replica a Spagnolo.
Restano delusione e rabbia per la cocente sconfitta sul piano politico. Spagnolo, in ogni caso, non si rimprovera nulla dal punto di vista personale «visto che mi trovavo in un contesto particolare con due corazzate pronte a sfidarsi sino all'ultimo voto». Ciò non toglie che più di qualcosa non sia andata per il verso giusto. A cominciare dal peso specifico delle civiche (Grande Lecce e Prima Lecce) che fanno riferimento a Marti: «Non sono nate per opera dello spirito santo, sono nate grazie a qualcuno che ora dovrà darne conto», afferma Spagnolo che vuole andare fino in fondo a questa vicenda: «Se qualcuno vuole giocare a perdere si dovrà assumere le proprie responsabilità. Esigo spiegazioni. Chiederò conto agli organi provinciali, regionali e nazionali su quanto accaduto ieri a Lecce». Il segretario cittadino chiede «provvedimenti urgenti» nei confronti di Roberto Marti, principale indiziato della débacle leghista. A Lecce, in particolare, dove il clima è diventato irrespirabile: «È bello salire su un treno in corsa afferma provocatoriamente Mario Spagnolo - ma è anche doveroso fare in modo che anche a Lecce viaggi velocemente perché non deve fermarsi solo a Roma». Il messaggio è chiaro: sei stato aiutato ad andare a Palazzo Madama avresti dovuto fare altrettanto per spingere il candidato leghista a Lecce. «Bisogna spaccarsi la schiena per la Lega, non basta comprare una spilletta». Spagnolo, «il guastafeste» - così come si è autoproclamato - guarda avanti. Non rompe il patto con il centrodestra. Anzi, si dice pronto ad allargare il perimetro della coalizione. Perché «l'unica cosa importante è vincere».
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