Ex Apisem, rischio idrocarburi sgomberata un'intera famiglia

Ex Apisem, rischio idrocarburi sgomberata un'intera famiglia
di di Stefano MARTELLA
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Sabato 17 Novembre 2018, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 20:14

La puzza di benzina è diventata insopportabile, allarmante. Non è solo una questione di odori sgradevoli. In ballo, a causa delle esalazioni, c'è la salute di quattro persone: due genitori e le rispettive figlie. Si tratta della famiglia Fiorentino, residente accanto al deposito di carburanti ex Apisem, di proprietà dell'ex patron dell'Unione Sportiva Lecce, Giovanni Semeraro, che si trova nei pressi di via Taranto.
La famiglia dovrà abbandonare la propria abitazione. Lo dispone un'ordinanza urgente a firma del sindaco Carlo Salvemini. Quelle esalazioni di idrocarburi, infatti, possono nuocere alla salute. Lo comunica l'Asl, dopo aver ricevuto la relazione tecnica dell'Arpa che ha eseguito i campionamenti dei Cov (composti organici volatili) all'interno del villino dei Fiorentino. Dalle misurazioni svolte, a partire dal 24 novembre dello scorso anno e fino a luglio di quest'anno, è emerso che i due sensori, uno posizionato dentro il soggiorno della casa e uno all'esterno, in giardino, hanno evidenziato una concentrazione preoccupante di idrocarburi, come l'eptano, l'ottano, il nonano e il decano. Tutte sostanze pericolose per l'ambiente e la salute dell'uomo.
«Gli idrocarburi riscontrati - si legge testualmente nella nota dell'Arpa - sono composti nocivi ed irritanti, tipicamente presenti nella benzina per autotrazione, benché la normativa italiana non preveda per questi composti limiti di concentrazione, è indubbio come l'esposizione prolungata nel tempo possa sortire effetti dannosi per la salute umana». Per questo motivo il Dipartimento di Prevenzione della Asl di Lecce ha chiesto alle autorità di intervenire tempestivamente per una «temporanea inabilità dell'abitazione».
Da questa comunicazione è arrivata la decisione del sindaco Salvemini e lo sgombero della casa, che dovrà avvenire entro cinque giorni: la famiglia non potrà rientrarci per almeno tre mesi, fino a quando i controlli dell'Arpa non riscontreranno una situazione di non pericolosità. L'Asl, inoltre, ha sollecitato a continuare il monitoraggio costantemente nella casa dei Fiorentino e nelle aree limitrofe all'ex Apisem, inclusi gli edifici pubblici e privati. Nei paraggi, oltre le numerose abitazioni che sorgono su via Taranto, ci sono svariati negozi, una banca, l'università con l'edificio Studium 2000, e il parco di Belloluogo.
Queste ultime due aree - lo Studium e il parco - sono state coinvolte dalla contaminazione. Pare che l'eccesso di idrocarburi sia conseguente alle attività di bonifica del sito, iniziate nel marzo scorso. Bonifica necessaria perché dall'ex deposito partì un inquinamento che coinvolse, oltre alla casa dei Fiorentino, gran parte dell'area adiacente a via Taranto. Nel 2010 l'inquinamento arrivò nel cantiere dell'attuale Studium 2000 e proseguì in direzione nord-ovest, verso il polmone verde della città: il Parco di Belloluogo. Partì quindi un'inchiesta della Procura, che in Appello ha portato alla condanna di Giovanni Semeraro a due anni e sei mesi di reclusione, per il reato di «avvelenamento colposo della falda acquifera sottostante il cantiere dell'Università del Salento e inadeguata attività di messa in sicurezza e caratterizzazione dei luoghi contaminati».

Reato recentemente prescritto e in Cassazione è stata quindi annullata la condanna. Confermata, invece, la condanna a quattro mesi di arresto con la sospensione della pena per non aver comunicato l'avvenuta contaminazione.

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