Fòcara, ancora guai
I vecchi fornitori: «Noi mai pagati»

Fòcara, ancora guai I vecchi fornitori: «Noi mai pagati»
di Francesco DE PASCALIS
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Domenica 14 Gennaio 2018, 21:10 - Ultimo aggiornamento: 21:14
Ennesimo capitolo dell’intricata storia che ruota attorno alla Fondazione Focara di Novoli e ai suoi chiacchierati conti. Dopo l’annuncio del cartellone di eventi dell’edizione 2018, i fornitori ancora in attesa di pagamenti per le passate edizioni, in particolare 2016 e 2017 hanno deciso di prendere posizione apertamente denunciando quando sta avvenendo all'ombra della grande pira in una lettera firmata da singoli ed aziende: dagli artisti Baruchello, Buren e gli eredi di Jannis Kounellis al fotografo Jodice; da Coolclub produzioni all’ufficio stampa di Sonia Corsi, da Doc produzioni alla Gm Music service audio e luci; dalle agenzie Musicalista ed Alta Fedeltà ai cantanti Giancarlo Paglialunga e Ninfa Giannuzzi, dall’attore Antonio Rezza a Vestas Hotels & Resorts. Ed anche Loris Romano, ad di “FocaraFestival”, e Giacomo Zaza, ad di FocarArte.
«Dopo la conferenza stampa del cartellone della Fòcara 2018 - riporta la nota - la Fondazione ha proposto, senza nominarlo, il Fòcara Festival. C’è però un piccolo problema che è stato minimizzato dai vertici, e cioè che in tanti sono ancora in attesa di svariate migliaia di euro. Eppure si sono trovate risorse, e non poche, per allestire spettacoli e concerti anche per il 2018». Da qui il pesante attacco e tanti interrogativi. «Come mai nessuno blocca questa grottesca situazione? Da dove arrivano i nuovi finanziamenti considerato che le casse dell’Ente sono a secco e che la Regione Puglia ha inviato ispettori per controllare bilanci e non ha stanziato ed erogato fondi per la manifestazione? Di chi sono le responsabilità? Chi si assume il rischio di firmare contratti e promettere cachet agli artisti che si esibiranno sul palco? Chi pagherà? E come sarà sostituita la prestigiosa sezione FocarArte, quest’anno annullata, che reclama ancora il pagamento delle precedenti edizioni?». Poi la chiusura dei firmatari, che sa tanto di battaglia legale. «Se la cultura genera lavoro, perché chi ha lavorato non viene pagato per il lavoro svolto? Qui è stato e continua ad essere leso il diritto delle imprese e dei lavoratori. La risposta che ci è stata data è sempre la stessa: risolveremo. E noi non possiamo più aspettare!».
Secca ed immediata la replica del presidente della Fondazione Gianmaria Greco. «Mi aspettavo la ciliegina sulla torta dei provocatori di professione – risponde Greco -. La Fòcara arde e fuma da cent’anni e non certo da dieci. Solo immaginare che così potesse non essere, è operazione speculativa dissociata dalla realtà. Chi lancia strali ed accuse, a cominciare dai direttori artistici, dovrebbe conoscere perfettamente i meccanismi e le procedure legate all’erogazione dei finanziamenti rilasciati ogni anno dalla Regione Puglia e dagli altri Enti finanziatori. Dovrebbero, per esempio, essere ben edotti sul fatto che la rendicontazione relativa all’edizione della Fòcara del 2016 non sia ancora terminata e che, per ovvie ragioni, non siano stati messi all’incasso i fondi previsti per la stessa annualità. Quanto all’edizione 2017, invece la Regione non ha ancora provveduto ad approvare la delibera relativa ai contributi previsti per questo tipo di eventi culturali. Ad ogni buon conto, tutte le motivazioni saranno rese note nella relazione del quadriennio 2014/2017 che verrà consegnata nei prossimi giorni alla Regione stessa. Sarà l’occasione per spiegare nei dettagli le argomentazioni di natura tecnica che sono alla base dei ritardi. Sono sereno – conclude Greco - per aver sempre operato nel solo interesse della Fondazione ed i miei concittadini lo sanno e mi sostengono».
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