Festa di San Giuseppe, si rinnova la tradizione delle "tavole"

foto di Roberto Carlucci
foto di Roberto Carlucci
2 Minuti di Lettura
Martedì 19 Marzo 2019, 17:45 - Ultimo aggiornamento: 18:21

Festa di San Giuseppe e a Giurdignano si rinnova la tradizione delle "Tavole", ovvero l'usanza di preparare dei pranzi offerti in onore del Santo come voto o richiesta di grazia.
«Risalire all'origine di questa tradizione è alquanto difficile - si legge in un testo a cura dell'Associazione Culturale "Sant'Antarcangelo de Casulis" pubblicato sul sito Internet del Comune - tuttavia si è abbastanza concordi nel ritenere che tale origine debba cercarsi nelle "Confraternite di San Giuseppe", nei cui atti di fondazione doveva presumibilmente esistere qualche capitolo dedicato alle cure e alle opere da riservare ai poveri, tra cui dei pasti nel giorno della festa del protettore. Un'altra ipotesi avanzata è quella delle tavole legate alla liturgia Bizantina secondo la quale i monaci basiliani pervasi da grande spirito di carità e di amore verso la povera gente del luogo, devastata dalla malattia e dalla miseria, offrivano protezione e dei pasti caldi. Tale ipotesi può essere attendibile data la frequente presenza di Cripte nel territorio di Giurdignano e del Basso Salento».

«Si tratta di una lunga tavolata coperta da una candida tovaglia, ornata di fiori e ceri accesi, con nel mezzo un grande quadro del Santo. Vi si allineano poi dei grossi pani di circa cinque chili, con nel mezzo un finocchio ed un'arancia. Seguono, in buon numero, le seguenti pietanze volute dalla tradizione: "Vermiceddhi con ceci, pasta con il miele e mollica di pane, verdura lessata, pesce fritto o stoccafisso in umido, lampascioni, ceci, cartellate e 'purciddruzzi' con il miele, olio e bottiglie di ottimo vino" - continua la spiegazione - alcuni di questi cibi hanno un significato simbolico e rituale: la pasta e ceci, per i colori bianco e giallo che la caratterizza, rappresenta il fiore tipico della primavera (il narciso); i lampascioni, invece, il passaggio dall'inverno alla primavera. Il cavolfiore ricorda la verga fiorita di San Giuseppe; il pesce fritto, il Cristo stesso; le cartellate, le fasce di Gesù Bambino, mentre lo stoccafisso, un tempo, era il cibo delle grandi occasioni festive».

(fotografie di Roberto Carlucci)
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA