Il muro della villa abbattuto cinque volte:
«Vivere qui è un incubo»

Il muro della villa abbattuto cinque volte: «Vivere qui è un incubo»
di Matteo CAIONE
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Sabato 18 Marzo 2017, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 17:26
«Vivere qui è diventato un incubo costante. La situazione è ormai insostenibile. Ogni giorno è un rischio da affrontare: servono interventi urgenti».
Non usa giri di parole Maria Antonietta Lorenzo - che insieme con la sua famiglia vive in una villetta nei pressi del “Velodromo degli Ulivi” di Monteroni - per descrivere l’ansia di risiedere in quel tratto della Lecce-Porto Cesareo. Dal 2009 ad oggi, l’ingresso della sua abitazione è stato abbattuto cinque volte. L’ultimo episodio risale alla sera dell’8 marzo scorso: un’auto è uscita di strada. E la violenza dell’urto ha frantumato il muro dell’entrata. Può dirsi miracolato il giovane di 27 anni che era alla guida e che fortunatamente ha riportato solo lievi ferite. Negli anni scorsi, i residenti hanno denunciato più volte la pericolosità di quella striscia d’asfalto con una raccolta firme indirizzata alla Provincia e al prefetto, con cui hanno invocato interventi sulla sicurezza: si tratta di una curva “maledetta” compresa tra lo stabilimento “Inden” e il Velodromo, dove il limite di velocità è di 50 km/h.
 
Tra i cinque precedenti (in 8 anni) in cui un’auto ha sbriciolato il muro della villetta, c’è purtroppo anche una tragedia che risale all’autunno del 2012, quando perse la vita una giovanissima ragazza. «Questi giovani - afferma la signora Lorenzo - è come se fossero figli miei: che si tratti di un conoscente o di un estraneo, stiamo parlando di una vita umana.
E la vita è una sola. Noi siamo in cinque e non so mai quando usciamo di casa cosa ci possiamo trovare davanti: viviamo nell’angoscia. In quest’ultimo episodio, mio marito era rientrato da appena un quarto d’ora. Per come sono andate le cose, si è verificato l’ennesimo miracolo. Nei giorni precedenti, peraltro, abbiamo sentito un’altra frenata terribile: un’auto - ricorda la donna - ha compiuto un testacoda davanti al cancello finendo per strisciare il muro della villa accanto. Ma non si può stare sempre col cuore in gola ogni volta che entriamo e usciamo di casa, oppure quando amici o parenti vengono a trovarci. O temere per la vita di tutti questi giovani ogni volta che sentiamo un botto infernale. È da anni - ricorda - che sollecitiamo l’intervento degli enti preposti, ma nulla è cambiato. Purtroppo la strada è molto pericolosa e quindi è fondamentale percorrere quella curva entro il limite di 50 km orari. La nostra è una battaglia di civiltà. La proposta che lanciamo - spiega Maria Antonietta Lorenzo - è quella di pensare ad un deterrente: come l’installazione, ad esempio, di autovelox fissi per il controllo della velocità e per sanzionare i trasgressori. Forse solo così si potrà evitare un’altra tragedia. Non possiamo abbassare la guardia: è in ballo la vita delle persone».
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