Il Salento negli Usa, con la mano bionica

Il Salento negli Usa, con la mano bionica
di Maria Grazia FASIELLO
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Martedì 11 Dicembre 2018, 11:37
Trasformare le disabilità in nuove possibilità, mission ambiziosa per uno dei progetti innovativi più promettenti d'Italia. La protesi Adam's hand ha un team - BionIT Labs - quasi tutto salentino, età media 30 anni e un prototipo pronto a sfondare nel settore dell'ingegneria biomedica. Entro il 2020 dovrebbe entrare in commercio, ma nel frattempo colleziona premi e partecipazioni prestigiose.

L'ultimo riconoscimento è arrivato nella più importante business plan competition d'Italia: alla sedicesima edizione del Premio Nazionale per l'Innovazione, Adam's Hand con il team BionIT Labs, nato con un finanziamento PIN - Pugliesi Innovativi della Regione Puglia, si è aggiudicato il Premio Speciale G-Factor che consente di essere tra i dieci progetti del settore life sciences innovation che potranno accedere al nuovo incubatore-acceleratore promosso dalla Fondazione Golinelli di Bologna. Motivo di orgoglio anche per la Regione. «È entusiasmante per tutta la comunità Pin e per tutti i pugliesi che questo risultato sia stato conseguito nel settore dell'ingegneria biomedica che sta conoscendo l'evoluzione più impetuosa e gli impatti sociali più positivi sulla medicina e sulla salute - commenta l'assessore regionale alle Politiche giovanili, Raffaele Piemontese.

Il riconoscimento ottenuto da Adam's Hand consiste nell'accesso ad incontri one to one con esponenti del mondo scientifico, industriale e venture capital per la fase finale della selezione per 10 team del settore life sciences che riceveranno complessivamente 1 milione di euro e parteciperanno al programma di accelerazione G-Force. L'idea è nata dalla tesi di laurea di Giovanni Zappatore, fondatore del gruppo. «Era una tesi in Ingegneria industriale presso l'Università del Salento - spiega Zappatore - Poi si è sviluppata durante tutti i miei studi di specialistica, quando ho deciso di coinvolgere due ragazzi, un professionista e un altro studente come me, Federico e Matteo. Insieme abbiamo proseguito il percorso finché non abbiamo vinto il Pin per un contributo di 30mila euro che ci ha concesso di creare l'azienda , BionIT Labs. Da lì in poi siamo cresciuto. Adesso siamo 12 persone, tutti soci che detengono quote aziendali. I fondi che riusciamo a recuperare li investiamo totalmente nel prodotto». La maggior parte di loro proviene dalla provincia di Lecce, solo due vengono da Napoli e Bari.

Quasi tutti ingegneri, cui si aggiungono un informatico, un graphic designer e un esperto di business e finanza. Non si tratta solo di una protesi ma di un prodotto che potrebbe rivoluzionare il settore, grazie a caratteristiche che lo rendono unico. «Rispetto agli altri dispositivi in commercio - continua Zappatore - sarà molto più semplice da utilizzare perché basato sul meccanismo, che è in fase di brevetto, che ci consente di muovere tutte le dita con un solo motore facendo in modo che si possa impugnare meglio un oggetto. Il problema è che in seguito all'amputazione di un arto rimangono pochi gruppi muscolari disponibili per andare ad eseguire il controllo di una protesi.

Le altre protesi hanno un motore per ogni dito, in questo modo non si riesce a controllare il movimento come con una mano reale, per cui si ricorre a delle strategie cioè prese standard tipiche come presa di precisione, presa palmare, presa cilindrica, che devono essere scelte prima di afferrare un oggetto. Quindi l'utente, con i dispositivi attualmente sul mercato, deve osservare l'oggetto e scegliere il tipo di presa adatta a quell'oggetto per poi effettuarla. Nel nostro caso, invece, non c'è bisogno di tutta questa procedura: basta appoggiarsi all'oggetto e decidere se aprire o chiudere la mano, poi sarà la mano a conformarsi in modo intelligente all'oggetto impugnato. È molto più semplice da usare, anche a livello psicologico. Tra l'altro realizziamo in stampa 3D le falangi che riusciamo a personalizzare in base agli utenti, questo consente di mantenere una migliore identità antropometrica dell'individuo rispetto all'arto controlaterale, cioè di non adattarsi a taglie standard. Quindi la nostra protesi è anche esteticamente più bella».

La protesi, inoltre, è calibrata tramite un'interfaccia software che si adatta alle caratteristiche muscolari degli utenti e la rende più reattiva. Tester del prototipo è un altro giovane salentino, Paolo Congedo. «Dal prossimo anno inizierà a testare di più il prototipo beta, l'ultimo realizzato. Prevediamo entro il 2019 di arrivare ad un prodotto finale e iniziare a commercializzare entro inizio 2020. Tra pochi mesi lanceremo una campagna di crowdfunding, per cui chiunque vorrà potrà finanziarci ottenendo in cambio quote della società, e a gennaio esporremo il prodotto al Ces di Las Vegas».
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