Il Salento premia Emiliano, Renzi la spunta a Lecce

Il Salento premia Emiliano, Renzi la spunta a Lecce
5 Minuti di Lettura
Lunedì 1 Maggio 2017, 09:12 - Ultimo aggiornamento: 13:29

Testa a testa fino alla mezzanotte: il verdetto nel Salento arriva che è già un altro giorno. Matteo Renzi e Michele Emiliano se la giocano sino all’ultimo: la spunta, alla fine, il governatore di Puglia. Circa 700 voti di differenza per decretare il vincitore: 12.327 per il Governatore, 11.588 per l’ex premier.
Gallipoli che fa da ago della bilancia con circa 1.000 voti di scarto. Ma c’è Lecce, il capoluogo, dove vince la mozione dell’ex presidente del Consiglio: una sorpresa, per molti. Molto più indietro la mozione di Andrea Orlando: 3.300 voti nel totale dei 97 comuni della provincia di Lecce.

I RISULTATI A LECCE E PROVINCIA

Emiliano “sfonda” nei grandi centri, ma perde molti comuni medio-piccoli - il Sud Salento, in particolare - schierati con Renzi. Un Salento Pd a macchia di leopardo dove la valanga-Emiliano, per come la prefiguravano in molti, non c’è stata. C’è stata a Gallipoli, come si diceva: 1.112 voti per Emiliano, 199 per Renzi. Effetto-Minerva, dicono gli osservatori: il sindaco Pd che ha portato in massa il partito dalla parte del Governatore. Emiliano ha vinto anche a Galatina con 388 voti contro i 230 di Renzi: è la città del vicesegretario regionale Sandra Antonica. Vittoria netta a Copertino: 479 voti per Emiliano contro le 254 preferenze per Renzi. Vittoria risicata a Casarano per Emiliano dopo che, nel voto dei circoli, aveva preso 0 voti: le primarie aperte lo hanno premiato con 263 voti contro 238.
Ma è da Lecce che arriva il dato che potrebbe cambiare gli equilibri nel Salento. Compresa la stanza dei bottoni della federazione provincia di via Tasso e le decisioni da prendere in vista delle Comunali: nel capoluogo vince Renzi con 1.135 voti e le lunghezze di vantaggio sono oltre 200 rispetto alle 912 “preferenze” di Emiliano. Un dato che consente a Teresa Bellanova, al capogruppo Paolo Foresio e agli altri di “festeggiare” nella città dove per il Governatore si sono spesi - per fare alcuni nomi - l’assessore regionale Loredana Capone, il segretario cittadino Fabrizio Marra, il consigliere comunale Sergio Signore e la “fedelissima” Paola Povero.
Orlando, invece, vince a Trepuzzi (con lui il sindaco Giuseppe Taurino) con 343 voti: staccati Emiliano con 238 voti e Renzi a quota 126. A Patù, terra degli Abaterusso (il padre Ernesto passato con Mdp di Massimo D’Alema e il figlio Gabriele sindaco rimasto nel Pd) stravince Emiliano con 449 voti lasciandone “appena” 100 alle altre due mozioni.

Da una parte c’erano i supporters del Governatore con il segretario provinciale Salvatore Piconese, l’assessore regionale Loredana Capone e un folto gruppo di dirigenti da Squinzano fino a Leuca. «Una vittoria importante ma che poteva essere più netta alla luce di quello che è accaduto a Nardò». Il riferimento è al seggio chiuso, ma di più i leader della mozione non dicono: prendono tempo perché, forse, si aspettavano di più dalle urne. Brucia, questo lo ammettono, la sconfitta di Lecce.
Dall’altra parte, Teresa Bellanova e un gruppo nutrito tra deputati, consiglieri regionali e sindaci scesi in campo per l’ex presidente del Consiglio deciso di “riprendersi” il partito. È lo scontro andato in scena in queste settimane e il primo commento del viceministro non ha tardato ad arrivare. «Abbiamo vinto nel capoluogo - ha detto la Bellanova - ed è un segnale importante perché abbiamo lavorato con gli strumenti della politica e sui contenuti programmatici e non gli strumenti del potere. Un risultato incoraggiante anche in vista delle Comunali di giugno. Vogliamo costruire un partito inclusivo con tanti militanti per dare alla città e alla provincia un futuro politico. Abbiamo detto “no” alle battaglie-contro ed Emiliano deve riflettere rispetto ai risultati che si aspettava».
Guarda avanti, la Bellanova, e lo dice a chiare lettere: «Ripartiamo da questo risultato, da questa grande partecipazione, da questa adesione così convinta ed evidente. Auguri a Matteo Renzi, auguri al Pd, il nostro Partito, la nostra casa».
E a festeggiare la vittoria di Renzi è anche il deputato Pd, Salvatore Capone: «Siamo molto soddisfatti perché è un risultato che certifica la volontà del nostro popolo e la scelta di proseguire nel progetto di un partito aperto, inclusivo, luogo di formazione delle nuove classi dirigenti e nel lavoro di riforma avviato in questi anni».
Da una mozione all’altra. Con Andrea Orlando, nel Salento, c’è Federico Massa, parlamentare Dem: un ruolo non facile per l’alta “distribuzione” dei leader nelle altre mozioni. «Il voto segna la prevalenza di Renzi e una presenza significativa di Orlando - commenta “a caldo” Orlando - e in questo territorio ci siamo anche noi. Certo, con rammarico registro situazioni anomale con ampie frange di votanti non riconducibili al centrosinistra e, invece, legate alla campagna elettorale di Emiliano che ha chiesto il sostegno di pezzi del centrodestra in maniera piuttosto evidente. Eppure, per lui, neanche in Puglia c’è una valanga di voti. Auspico che Renzi usi bene il suo successo e lavori da subito per consolidare le alleanze nel centrosinistra utilizzandolo meglio dell’altra volta per governare processi complicati a partire dalla legge elettorale».
Ma è un altro il fronte che, alla luce di questi risultati, potrebbe aprirsi: la questione della guida del partito in provincia di Lecce. E qui Massa sembra già non voler fare sconti: «I risultati spingono per un rapido riassetto del partito provinciale. Renzi e Orlando sono maggioranza e bisogna riflettere su una segreteria provinciale che oggi non è rappresentativa del voto. Il segretario Salvatore Piconese ci dica cosa vuol fare: dentro o fuori dal partito. Tra l’altro, il voto è segnato anche da alcune vicende come il caso dell’ospedale di Copertino. Emiliano di ci dica se le sue erano promesse elettorali o proposte di governo».
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA